Anche Djokovic irrompe sul caso Sinner, dopo lo scandalo doping che ha travolto l’azzurro: le parole del serbo fanno discutere
Il mondo del tennis si interroga da giorni su quanto successo a Jannik Sinner. La vicenda di doping accaduta al numero uno al mondo, per quanto frutto di una leggerezza di cui l’azzurro non ha avuto colpe, ha spaccato gli addetti ai lavori. E se in molti hanno attaccato, senza giri di parole, il tennista italiano, altri hanno deciso di prendere apertamente le sue difese. Paradossalmente non rientra in nessuna delle due schiere Novak Djokovic. Interrogato sulla questione, alla vigilia degli US Open, il tennista serbo ha infatti a sua volta espresso il suo parere sul caso Sinner, ma interpretandolo in maniera ancora diversa.
D’altronde, per svariati motivi Nole non era certo il giocatore più adatto a prendere posizione, in maniera netta, sulla questione. In primis perché è legato a Sinner da un rapporto di stima reciproco, più volte dimostrato sia in campo che fuori. In secondo luogo perché in questo momento è uno dei principali rivali di Jannik, e ogni parola contro di lui avrebbe potuto essere considerata strumentale e finalizzata al raggiungimento del proprio tornaconto.
Soprattutto, Djokovic ha deciso di sospendere il giudizio perché, dall’alto della sua maturità, ha compreso che in una vicenda del genere le colpe difficilmente possono ricadere sul tennista. Quello che va discusso non è infatti se Sinner sia innocente o meno, quanto il sistema che ha portato al giudizio e alla sentenza definitiva sulla vicenda che lo ha riguardato. Un sistema, a parere dello stesso 24 volte campione Slam, ampiamente rivedibile.
In un certo senso, Djokovic parla già come un ‘politico’ o un sindacalista. D’altronde, per quanto sia ancora un giocatore pienamente attivo, da anni ormai Nole si sta occupando anche dei diritti dei tennisti. E non tanto di quelli di alto livello, ma soprattutto di quelli con meno opportunità, atleti costretti a immani sacrifici per poter inseguire il sogno non di vincere un torneo, ma almeno di poter prendere parte al tabellone principale.
Tennisti che, spesso e volentieri, si ritrovano a loro volta coinvolti in problematiche di questo tipo, ma senza l’opportunità di potersi difendere al meglio, opportunità che invece non mancano a giocatori di vertice come Sinner. E questo, secondo Djokovic, non è assolutamente giusto.
Se la questione Sinner, in senso stretto, è stata chiarita nel momento stesso in cui è stata resa pubblica, ha sottolineato Nole, quel che non è stato invece evidenziato è quanto siano grandi i problemi nel sistema che in questo momento regola il mondo del tennis: “Mi auguro che chi gestisce il nostro sport possa imparare molto da questa vicenda. Ci deve essere un cambiamento. Molti giocatori, in situazioni analoghe, non hanno avuto sentenze uguali“, ha evidenziato Djokovic in conferenza.
E il motivo di questa disparità di trattamenti è da approfondire e ricercare, secondo il serbo. C’è da chiedersi se sia un problema di fondi, di opportunità finanziarie, o se invece siano altri i fattori che hanno portato a questa differenza. Qualunque sia la motivazione è però chiaro, secondo Djokovic, che ci sia bisogno di standardizzare le regole per renderle davvero eque e imparziali.
Dichiarazioni che sorprendono, anche se bisogna sempre ricordare che il fuoriclasse di Belgrado è uno dei fondatori, insieme a Pospisil, della Professional Tennis Players Association, associazione creata proprio per casi del genere: “Noi stiamo dando battaglia per avere protocolli equi e standardizzati per casi come questi. La frustrazione dei giocatori nasce infatti da una mancanza di coerenza”. Il problema dal suo punto di vista non è dunque l’innocenza o meno di Sinner, quanto invece un sistema che andrebbe rivoluzionato nell’insieme. E su questo è probabilmente difficile dar torto al fresco campione olimpico di Parigi.
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