La sentenza sul caso di doping involontario che ha coinvolto Jannik Sinner ha animato il dibattito: il verdetto è netto
Un fulmine a ciel sereno. Una situazione che avrebbe potuto compromettere seriamente, anche a livello d’immagine, la carriera di quello che è già il più grande tennista italiano della storia. L’indagine portata avanti dall’ITIA sul caso di positività al Clostebol – riscontrato nelle urine di Jannik Sinner in valori infinitesimali, inferiori al miliardesimo di grammo – accertato dopo il torneo di Indian Wells dello scorso marzo, ha prodotto la sua sentenza.
Il tennista è stato ritenuto non colpevole dal punto di vista della volontarietà e del dolo, ma direttamente responsabile di ciò che il suo fisioterapista personale Giacomo Naldi ha fatto mentre trattava i suoi muscoli. Come ormai noto, la sostanza proibita, il cui principio attivo era presente in un farmaco usato in precedenza da Naldi per curare una sua ferita al mignolo della mano sinistra, è penetrata involontariamente in una lesione aperta sul corpo del campione.
Di lì la rilevazione della piccolissima quantità di Clostebol, con relativa e dovuta apertura di un’indagine che poi ha sostanzialmente scagionato il giocatore altoatesino.
Sinner non è stato squalificato né sospeso. Gli sono però stati tolti i punti ATP (400) guadagnati grazie al cammino ad Indian Wells, nonché la parte di montepremi a lui spettante per esser arrivato in semifinale (circa 300mila euro). Lo stesso tipo di sanzione che ha colpito nello scorso febbraio un altro tennista italiano, Marco Bortolotti, numero 87 nel ranking ATP di doppio, che si era dovuto difendere per un analogo caso di positività al Clostebol.
Intervistato da ‘La Gazzetta dello Sport’ come atleta che, prima del numero uno del mondo, era stato vittima dello stesso procedimento burocratico e del medesimo tipo di indagine – anche nel suo caso è stata riscontrata l’involontarietà – il 33enne di Guastalla ha spezzato più di una lancia a favore del campione.
“Lo appoggio totalmente. Sono situazioni difficili da affrontare. Sinner ha una personalità molto forte, ma siamo tutti umani. È difficile restare indifferenti di fronte ad accuse così. Ti vedi infamato dopo aver investito in una passione per tutta la vita, dando tutto e facendolo con gioia”, ha esordito il doppista.
Bortolotti ha sottolineato come Jannik starà vivendo giornate molto stressanti. “È un danno enorme per la tua immagine. Quando è successo a me ho subito pensato che avrei avuto difficoltà nel diventare allenatore, che è quello che vorrei fare”.
Nel merito della questione ha quindi aggiunto: “Posso dire che un doping volontario con il Clostebol è da imbecilli. Non è uno steroide che ti dopa, ma – se vieni a contatto – potresti essere colpevole. Né Jannik né il fisioterapista erano consapevoli di quello che stava succedendo. Ne sono convinto al 1000%”, ha concluso.
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