Altro lutto nel mondo calcio italiano: se n’è andata per sempre la bandiera bianconera. Tifosi in lacrime per la grave perdita
Si preannuncia avvincente la Serie A 2024-25. La prima giornata del massimo campionato ha già regalato risultati a sorpresa: il flop del Napoli di Antonio Conte e i mezzi passi dei campioni d’Italia in carica dell’Inter e dei cugini rossoneri del Milan.
Per contro, l’Atalanta, dopo il ko nella finale di Supercoppa europea contro il Real Madrid e un precampionato tribolato tra infortuni eccellenti (Scamacca) e ammutinamenti (Koopmeiners), ha calato il poker al ‘Via del Mare’ contro i padroni di casa del Lecce.
Esordio positivo anche per la Juventus di Thiago Motta che si è imposta, all’Allianz Stadium, per 3-0 contro il Como di Cesc Fabregas. Se, dunque, i bianconeri piemontesi sorridono per l’ottimo avvio di stagione, altri bianconeri piangono la scomparsa di una loro bandiera.
Bandiere listate a lutto infatti ad Ascoli Piceno per la scomparsa dello storico capitano Abramo Pagani che si è spento all’età di 83 anni. Nato a Torino nel 1941, Pagani poco più che ventenne si trasferisce alla Novese, club di Novi Ligure dove in tre stagioni colleziona 60 presenze in Serie D, poi passa alla Sambenedettese con i cui colori nella stagione 1962-63 debutta in Serie B.
Calcio ascolano in lutto, addio allo storico capitano Abramo Pagani
Nel 1968 il vulcanico Presidente Costantino Rozzi lo vuole al Del Duca Ascoli con cui conquista, nel 1973, di nuovo la Serie B, la prima promozione in cadetteria dei bianconeri, guidati da Carletto Mazzone. Difensore dalle eleganti movenze, Pagani veniva schierato anche come centrocampista in quanto dotato di furia agonistica e di grande tecnica. È stato l’unico calciatore ad aver indossato in carriera le maglie di Samb, Ascoli, Pescara e Ancona e ha disputato dieci derby tra bianconeri e Samb: cinque da una parte e cinque dall’altra.
L’anno successivo alla promozione in Serie B si trasferisce alla Lucchese portando nel cuore il bianconero e osservando da lontano i suoi ex compagni di squadra conquistare la Serie A. Sposato con una ragazza ascolana, Pagani, dopo aver appeso le scarpette al chiodo, torna a vivere nel Piceno dove intraprende la carriera di allenatore. In particolare, Abramo Pagani prediligeva insegnare calcio ai ragazzini della categoria “esordienti” perché riteneva che a quell’età è fondamentale migliorare il bagaglio tecnico di un giovane calciatore.
Lo ha fatto prima alla Pro Calcio Ascoli, poi al ‘Punto Juve Autolelli’, a Castel di Lama, dove è stato un maestro di calcio per tanti ragazzi tra cui un giovanissimo Mattia Destro che da lì ha spiccato il volo verso il grande calcio. Ma ora Abramo Pagani è volato in cielo dove ritrova il suo ‘maestro’, quel Carletto Mazzone il cui ricordo, come quello del capitano degli ‘Immortali’ bianconeri, a un anno di distanza dalla sua scomparsa, è più vivo che mai nel cuore di tutti i tifosi.