Si ricomincia con tutto il piacere di mettersi alle spalle l’altro sport, quello olimpico grondante medaglie e polemiche. Cediamo volentieri le baruffe a chi non conosce la lealtà sportiva ritenendo che la politica (di tutte le sponde) possa intervenire per strumentalizzare imprese e personaggi. Il calcio avrà pure i suoi (tanti) difetti, ma almeno non è oggetto di simili strumentalizzazioni. La grande curiosità è sugli allenatori tranne per una squadra, quell’Inter che Inzaghi ha plasmato a sua immagine e somiglianza. Proprio dai nerazzurri è arrivata la prima sorpresina contro un Genoa tosto e per nulla rassegnato a cedere in casa. Come spesso avviene nelle partite iniziali sono gli errori dei singoli a fare la differenza, ma non ci sogneremmo mai di colpevolizzare il povero Bisseck così come sarebbe prematuro esaltare l’ottima gara di Thuram per trarne già qualche segnale di rendimento. Sensazioni si, sentenze no. Inter e Genoa non sono affatto spiaciute, ma i riflettori sono ovviamente puntati sui nerazzurri che restano la squadra da battere per lo scudetto. Il piccolo sbandamento iniziale regala subito un po’ di speranza in più per le altre candidate. Strano però ritenere carente il mercato dell’Inter. Massima libertà nel confrontarsi con le idee di tutti, ma la rosa dell’Inter ci sembra ulteriormente rinforzata soprattutto a centrocampo e quella debolezza nei rincalzi difensivi sarà certamente motivo di discussione nei prossimi giorni di mercato. Tornando all’argomento principale, quello degli allenatori abbiamo immediatamente visto due novità nel confronto fra Milan e Torino. Fonseca contro Vanoli ma soprattutto il portoghese già designato quale sfidante alla corona detenuta da Inzaghi. Il Milan è apparso giocoliere come la scorsa stagione con un Saelemaekers sempre nel vivo del gioco, ma con i soliti difetti difensivi. Il primo gol del Torino ne è stato l’esempio plastico (con tanti complimenti alla gol line tecnology). Partita incredibile per il Milan che oltre ai due gol subiti rischia in almeno altre tre occasioni. Manca completamente l’idea difensiva di squadra. Tempi sbagliati, poca pressione e giocatori che arretrano in maniera convulsa. Poi il miracolo con il Milan che riprende la partita in sette minuti riuscendo a raggiungere il pareggio con la forza dei cambi. Comunque ci sembra che non sia solo l’assenza di un mediano (peraltro arrivato) come sottolineato da Fonseca ad evidenziare il disagio. Sembra di rivedere lo stesso film della scorsa stagione. Con tutto il bello e il brutto in una stessa partita. Certo, come abbiamo scritto per l’Inter non bisogna avere fretta nel giudizio, ma c’è differenza fra un pareggio fuori casa e uno interno. Milan troppo brutto, ma anche maledettamente efficace.
Paolo De Paola