La scorsa settimana avevamo anticipato di poche ore Ibra e il suo famoso “giorno 5”: il giorno 6, cioè Fofana, è già delineato, mentre per il giorno 7, vedremo cosa si inventerà Ibra. Ricordiamoci che nella Bibbia, il settimo giorno Dio si riposó: verosimilmente farà altrettanto anche Zlatan. Detto questo, mancano ormai poco più di 48 ore a Milan-Torino, il vero appuntamento da aspettare con impazienza ed entusiasmo: l’inizio della stagione ufficiale chiude il momento delle chiacchiere e apre quello dei fatti. La curiosità è tanta, la fiducia aumenta: occhio a non esagerare, ma il Milan contro i granata dovrà scendere in campo sereno, convinto e concentrato.
Quando arriverà Fofana, il Milan sarà completo. Eventuali sorprese finali, sarebbero veramente tali. Ebbene, è oggettivo che il rafforzamento della rosa rossonero sia notevole rispetto allo scorso anno. “Capirai… Quattro acquisti” diranno i più superficiali: in realtà, sono ben di più i rinforzi rispetto al 2022/23. In primis, l’allenatore: col massimo rispetto per Stefano Pioli, ma Paulo Fonseca in due mesi ha già dimostrato di poter dare qualcosa in più a tutti rispetto all’ultimo Pioli. Da questo aspetto, nasce la rivalutazione di diverse individualità: Chukwueze su tutti, ma occhio all’Okafor visto col Monza.
Poi, i quattro (al momento tre) acquisti: tutti forti, di profilo internazionale e costati il giusto. Tutti ancora da valutare, perché il campo è ciò che conta, è vero: ma sulla carta, trattasi di giocatori impattanti.
Rispetto all’anno scorso, il Milan avrà anche Bennacer a pieno servizio. Potrebbe essere un dettaglio da non sottovalutare. Lo stesso vale per Luka Jovic, che quest’anno parte dall’inizio (o quasi) della preparazione: Luka è on fire, occhio.
Poi c’è Alexis Saelemaekers: non è un acquisto? Certo che non lo è. Ma è un giocatore rivitalizzato, tornato al servizio del Milan e che ha saputo conquistare la fiducia dell’allenatore. A comprarlo ex novo sul mercato internazionale, un Saelemaekers oggi costerebbe non poco e le sue prime prestazioni estive verrebbero forse decantate con altra enfasi dalla stampa.
Ma in questo quadro, che già sembra sufficientemente completo, manca ancora l’ultima pennellata. Quella che spesso differenzia una bella opera da un capolavoro e chissà che non sia questo il caso. Nell’estate del 2003, in un’altra squadra, di un altro livello, in un altro periodo storico, arrivò un ragazzo di 21 anni e dalla prima amichevole cambiò la vita di tutti. Sembra una bestemmia ma le meravigliose carezze al pallone dispensate nello spezzone di Trofeo Berlusconi hanno fatto innamorare San Siro nello stesso modo. Qualcuno ha rivisto Rui Costa, qualcuno Savicevic. Sfido chiunque a dire il contrario: il giocatore più suggestivo, entusiasmante, intrigante dell’estate di Serie A ce l’ha il Milan. Perché Mattia Liberali è qualcosa di molto, molto serio. Paulo Fonseca, che ha fatto diventare in un solo anno Yoro un difensore da 60 milioni, lo ha capito bene. Se fosse Liberinho o Liberal, costerebbe già 60 milioni e sarebbe già fuori portata per qualsiasi club di casa nostra: invece il Milan se lo può godere a zero euro, veramente zero qui, senza commissioni, premi di firma e maxi ingaggi. Mattia può seriamente diventare la risposta del calcio italiano a Lamine Yamal, di cui è coetaneo, a patto di dargli fiducia e continuità. Magari già a partire da Milan-Torino, dove meriterebbe spazio immediato: Fonseca proceda… E Spalletti prenda appunti velocemente, per il bene di tutti.