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Calcio

Sfinimento Koop, la Juve sempre su Conceicao. Nico ha fretta, Gud anche

Il giro che porta al difensore centrale della Juventus parte da Calafiori, si sviluppa attraverso Todibo e si chiude con l’operazione Kalulu. Siccome bisogna essere onesti sempre, non è il massimo della programmazione. La trattativa per Koopmeiners e il grande esborso che servirà (aspettiamo, contano le firme, la vicenda Brescianini scippato dall’Atalanta al Napoli insegna) per regalarlo a Thiago Motta hanno condizionato le altre trattative in modo chiarissimo. Non è più un problema di buchi precedenti nel bilancio e di condizionamenti in tal senso, è la strategia che fa abbastanza acqua. Non si possono perdere due mesi per Todibo quando sai che non hai le finanze necessarie, meglio dedicarsi immediatamente a un prestito e non se ne parla più. Non si può andare solo su Calafiori, pensando che il Bologna ti faccia uno sconto che mai ti farà. Andiamo oltre: non si può rinnovare il contratto di Rugani immaginando che qualcuno (il Napoli) te lo possa portare via a parametro zero e poi gli chiedi di andar via. Continuiamo: non puoi prendere Djaló a gennaio per poi decidere di scaricarlo perché lui te lo chiede. Thiago Motta ha avuto la pazienza, troppa pazienza, di aspettare e ora il campionato è davvero alle porte. Non si possono dimenticare le cose belle, anzi bellissime, che sono state fatte: Douglas Luiz più Khephren Thuram più Kooomeiners (in arrivo) significherà avere un centrocampo stellare. Ma è passato troppo tempo tra le varie operazioni, all’interno di una strategia che si è incagliata come un’imbarcazione in uno scoglio. Adesso occhio agli esuberi: se Chiesa restasse oltre il 30 agosto, non sarebbe un problema serio ma molto di più. Anche perché Motta ha deciso, voi potete anche non essere d’accordo in pieno regime di libertà di pensiero. Ma siccome ha deciso non cambierà idea, quindi sarebbe un percorso pericoloso. Ecco perché sono fortunate, fortunatissime, le poche società in Europa che hanno direttori sportivi capaci di vendere. Intanto, occhio a Francisco Conceicao per la Juve: una pista raccontata oltre due settimane fa che si può accendere molto presto.

Il campionato è alle porte, Antonio Conte ha un sorriso diverso. Fa buon gioco, cerca di non smontarsi, in realtà gli hanno consegnato il materiale in ritardo. Se, ipotesi, tra qualche ora arrivasse Romelu Lukaku (escluderlo sarebbe un errore), voi come vedreste Osimhen in organico, meglio ancora sul mercato con una cifra che inevitabilmente scenderebbe perché tutti saprebbero che il Napoli dovrebbe venderlo a ogni costo? Maledetto quel giorno che ha portato a un mega rinnovo con mega clausola, sembrava una liberazione ma in realtà è stata una mezza condanna. Va bene Neres, ma siamo sicuri che non servirebbe un Chiesa che conosce a memoria la Serie A? Al Milan dovrebbero consegnare il medianone perfetto, Fofana, per poi andare sugli ultimi regali di mercato, l’impostazione pre-campionato di Fonseca è sembrata interessante. L’Atalanta ha mezzo cantiere aperto. La Fiorentina diventerebbe interessante se aggiungesse Gudmundsson (per anticipare il potenziale pericolo Inter, in agguato dalla scorsa primavera) più un altro mediano e un difensore, resiste l’idea – già segnalata – che Kean con Palladino possa fare molto bene. Inutile trattenere Nico Gonzalez: vuole andare, rigorosamente alla Juve, l’importante è fare il prezzo giusto per non avere scrupoli. L’assist alla Viola potrebbe arrivare da Fabio Silva: il profilo scelto dal Genoa per sostituire l’islandese. Piace la Lazio com’è strutturata, con Dia e Folorunsho nel motore Baroni potrebbe davvero divertirsi. La Roma ha un dovere: restare “sposata” con Dybala a patto che sia un matrimonio reciprocamente felice, altrimenti meglio separarsi adesso piuttosto che scoprire nubi più fitte a metà ottobre. Per il momento si va avanti così.

L’ultima considerazione su Adrien Rabiot: quasi a Ferragosto non ha trovato squadra, magari accadrà tra cinque minuti, ma di sicuro arruolarlo a quelle cifre (7-8 milioni di ingaggio a stagione) non sarebbe stato un affare. E tornare a riva prima di affondare è stata una scelta tanto, tanto saggia.

Alfredo Pedullà

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