In casa Red Bull ci sono tante incertezze e poche alternative. Le ultime dichiarazioni sul sostituto di Perez sono chiarissime
Reduce da un 2023 caratterizzato da un lungo passaggio a vuoto che però non gli ha impedito di arrivare al secondo posto nella classifica del mondiale piloti, Sergio Perez ha iniziato la nuova stagione di Formula 1 continuando ad offrire prestazioni altalenanti.
Per la verità, il 34enne di Guadalajara non è mai stato all’altezza del compagno di squadra, Max Verstappen, e il suo settimo posto nella classifica piloti stride fortemente con l’ambizione della Red Bull di confermarsi al vertice delle gerarchie iridate.
Nel corso dei mesi, si è vociferato insistentemente che la Red Bull fosse intenzionata a congedare Checo per puntare su un pilota capace di offrire maggiori garanzie. Sorprendentemente, tuttavia, la scuderia anglo-austriaca ha deciso di prolungare il contratto del messicano, ufficializzando a giugno un rinnovo biennale con scadenza 2026. Una decisione che ha lasciato perplessi appassionati ed addetti ai lavori, anche perché Perez non stava lanciando alcun segnale che lasciasse presagire una netta ripresa. E infatti, oggi la Red Bull si trova in una situazione molto complicata.
La Red Bull e il rinnovo di Perez: la spiegazione di Marko è chiarissima
La domanda, a questo punto, è la seguente: per quale motivo Christian Horner e i suoi hanno deciso di confermare Perez? La spiegazione sta nell’assenza di alternative autorevoli sul mercato. In tal senso, l’unico profilo sondato per sostiturlo era quello di Daniel Ricciardo, esperto pilota australiano attualmente in forza alla Racing Bulls, la squadra satellite della Red Bull.
Nel caso di Ricciardo però non vi è erano grosse garanzie sotto l’aspetto prestazionale. A confermarlo è stato il superconsulente Helmut Marko, responsabile proprio della line up dei piloti della Red Bull.
“L’idea era riportare Ricciardo in Red Bull se si fosse rivelato nettamente più veloce di Yuki Tsunoda in Racing Bulls”, ha spiegato Marko in un’intervista riportata da ESPN. “Daniel, però, ha avuto alti e bassi. E per ora non ha soddisfatto i criteri per tornare ad essere un pilota Red Bull”, ha sentenziato.
Tradotto, secondo i vertici della Red Bull prendere Ricciardo avrebbe voluto dire tuffarsi in una situazione ancora più incerta di quella attuale. E probabilmente hanno ragione. Vero è anche, però, che il problema resta e – complice lo scatto fulminio di McLaren e Mercedes – la Red Bull deve trovare una soluzione quanto prima possibile. Magari pescando nel proprio vivaio o tra gli svincolati di lusso.