Non è un mistero che una delle strategie più utilizzate sul mercato, specie da Direttori navigati e levigati da sessioni che hanno abbracciato tutte le categorie, sia quella del bluff… o del doppio gioco. Non fa eccezione Cristiano Giuntoli, che al contrario è uno dei massimi esponenti di questo modus operandi. Una tattica rischiosa ed ambiziosa, mirata nella volontà di indirizzare le proprie idee di rafforzamento della squadra, con la contestuale opportunità di sgambettare le rivali ritardandone le mosse.
A farne le spese, perlomeno all’apparenza, era stata l’Inter già poco più di un anno fa di questi tempi. Ovvero nel momento in cui il dirigente bianconero, appena approdato alla Juventus, inaugurò la sua nuova avventura intavolando una trattativa con un Lukaku che all’epoca sembrava indirizzato ad una permanenza all’Inter ma a titolo definitivo. Il risultato lo conosciamo, con il belga che Milano l’avrebbe rivista solo da avversario ma che allo stesso tempo non approdò nemmeno a Torino. Inutile dire chi ne abbia tratto, risultati alla mano, il vantaggio più sostanziale.
Parametri e reparti diversi, ma strategia analoga, è stata utilizzata dallo stesso Giuntoli sia a gennaio che poche settimane fa. Gli oggetti del “doppio sgarbo” perlomeno apparente alla controparte Inter in questi casi sono stati due difensori. Il primo, Tiago Djalo, scelse di rimangiarsi un accordo verbale già sostanzialmente stipulato con Ausilio per raggiungere i milanesi a parametro zero nell’estate che stiamo vivendo. Il secondo, Cabal, è stato protagonista di un blitz che solo poche settimane fa ha spostato il suo viaggio d’arrivo in una big dopo la scelta di lasciare l’Hellas Verona. Niente Milano sponda Inter, anche in questo caso, ma Juventus. E se per il colombiano spetterà a Thiago Motta far fruttare l’investimento sostenuto per sottrarlo alla concorrenza, per il portoghese arrivato a Torino a gennaio i riscontri sono stati lontani da un esito soddisfacente. Riprova ne sia la ricerca reiterata della Juventus ad un centrale duttile e tecnico, proprio in luogo dello stesso Djalo che invece è destinato a lasciare i bianconeri dopo l’esperienza lampo degli ultimi sette mesi.
Esempio tangibile di strategia da tavolo da poker, che si è però rivoltata contro chi pensava di avere le carte migliori dell’avversario.
Un assist insperato ai bianconeri potrebbe arrivare da una delle principali rivali, a livello di obiettivi da raggiungere. Kalulu non avrà lo stesso appeal di Todibo, ma le premesse che il francese aveva mostrato nell’anno dello scudetto conquistato con la maglia del Milan erano quelle di un difensore in grado, con il tempo, di diventare un titolare inamovibile per il futuro rossonero. Le due stagioni successive, con la sfortunata complicità di qualche problema fisico di troppo, ne hanno ritardato l’affermazione ai massimi livelli. Nonostante ciò risulta difficile pensare ad una soluzione migliore da poter reperire con la formula del prestito oneroso con diritto di riscatto. Sia per qualità che per prospettiva e duttilità. Il parere positivo di Thiago Motta, per le ragioni appena elencate, non stupisce. Anche se le prime scelte erano evidentemente diverse. Se l’affare andasse in porto, sarebbe però opportuno che Giuntoli arrivasse a portare a termine le altre priorità concordate con il suo tecnico, senza specchiarsi oltremodo in strategie magari anche appaganti ma alla fine dei conti poco produttive.
Quella della ricerca del difensore è comunque un’esigenza condivisa da gran parte delle squadre del nostro campionato. Che sia centrale o esterno, o meglio se in grado di ricoprire entrambi i ruoli. Quello del braccetto mancino duttile è il profilo esatto di cui è alla ricerca l’Inter. I parametri di Oaktree sono chiari: giovane e con prospettive di crescita “alla Bisseck”. Zeze del Nantes è apprezzato ma troppo costoso, e si segnala l’ingresso sulla scena del West Ham. Le valutazioni sono partite anche in casa Atalanta. Come abbiamo avuto modo di raccontare, il sogno ormai non più segreto corrisponde al profilo di Danso. I costi sono elevati, e la concorrenza della Premier incombe. La Dea non ha perso le speranze di provarci concretamente, specie dopo che sarà risolta la telenovela Koopmeiners e potranno essere aggiunti al tesoro di famiglia i soldi incassati per la cessione dell’olandese.
Per la corsia di destra, Wesley è un nome spendibile, lo è di meno Neco Williams che il Nottingham Forest non ha intenzione di cedere in questa sessione di mercato. Qualcosa la farà anche la Roma, che deve prima trovare la quadra per Assignon e poi valutare la possibilità di arrivare anche ad aggiungere un centrale di livello assoluto alla rosa di De Rossi. Theate è un profilo che piace, non è l’unico. Attenzione anche al Bologna, che come da tradizione Sartori, per tornare all’argomento di apertura… gioca su più tavoli. Con una differenza, il direttore rossoblu non resta mai con un palmo di naso e moltiplica gli investimenti che fa sostenere alla sua proprietà. L’ultimo nome preso in considerazione è quello di Alexsandro del Lille. Se anche non fosse lui ad approdare in Emilia, siamo certi che l’alternativa non lascerà nessuno scontento.