ESCLUSIVA SI C’è chi dice no: Sanchez, Udine e l’amore per il calcio, prima dei soldi

2 Copa America, 2 Campionati italiani, una Liga, 1 Mondiale per Club, 20 titoli totali: Alexis Sanchez ne avrebbe di motivi per sentirsi realizzato come calciatore e dunque con un po’ di pancia piena. Arrivato a 35 anni però, el Niño Maravilla, sembra avere un pensiero fisso. Quello di voler dimostrare di essere ancora quel campeon che in Patria è e sarà sempre un simbolo per grandi e piccini. E di volerlo fare qui, in Europa, dove le cose sono più difficili.

Magari un giorno racconterà lui stesso quanto fossero vere le voci di mercato sul suo conto, ma non è difficile immaginare che realmente gli siano arrivate proposte decisamente difficili da rifiutare, considerando età e prospettive. Vuoi dall’Arabia Saudita, vuoi dal Sudamerica, ma la risposta è stata sempre quella: “voglio rimanere ancora in Europa”. E sì che di ipotesi suggestive ne sono saltate fuori, non solo dal punto di vista economico: come quella del River Plate, altro club fondamentale per il suo lancio nel grande calcio.

Sanchez torna ad Udine dove tutto è cominciato, nel lontano 2008. Dopo Barcellona, Arsenal e Inter e Marsiglia. 112 presenze condite da 20 gol e 21 assist con i friulani: riparte da lì e dai suoi vigneti, fuori dal campo. Con un chiodo fisso: dimostrare a tutti, ancora una volta, che si sbagliano a considerarlo al tramonto della sua carriera.

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