Matteo Berrettini, protagonista di una seconda parte di stagione da incorniciare, potrebbe essere in anticipo sulla tabella di marcia
Lo aveva detto. Lo doveva a se stesso e a suoi tanti tifosi innamorati del suo diritto. Del suo servizio. Del suo sorriso. Delle emozioni che è riuscito a regalare all’Italtennis prima del ciclone Jannik Sinner. Matteo Berrettini è tornato. Ora possiamo dirlo senza paura, senza scaramanzia, senza il timore di essere smentiti.
Il 2023, anno in cui è stato vittima di diversi infortuni, sembra definitivamente alle spalle. E sì che anche il nuovo anno non era esattamente iniziato sotto buoni auspici. Deciso a tornare in campo già a Brisbane, nel primo torneo del 2024, in concomitanza con il ritorno di Nadal, Berrettini ha dovuto rimandare più volte rimandato il suo rientro.
Tra un forfait e l’altro. il finalista a Wimbledon 2021 è poi tornato a calcare un campo da tennis ben 194 giorni dopo da quel maledetto 31 agosto dell’anno prima. Quel giorno si è ritirato allo Us Open dal match contro il francese Rinderknech – recente giustiziere del nostro Flavio Cobolli nell’ATP di Montreal in corso di svolgimento – per la rottura parziale del legamento peroneo astragalico anteriore.
Da lì, un calvario fatto di tante rinunce – su tutte la mancata partecipazione alla gloriosa spedizione di Malaga in Coppa Davis – e di un crollo nel ranking ATP. Matteo è scivolato fino alla 154esima posizione in classifica prima di cominciare una lenta ma inesorabile risalita in graduatoria.
Berrettini, l’obiettivo è sempre più vicino: forse a New York..
Dopo aver raggiunto la finale al Challenger di Phoenix ed aver vinto il torneo 250 di Marrakech, Berrettini ha avuto i suoi problemi anche nella maledetta primavera del nuovo anno. Saltati gli importanti appuntamenti di Madrid, Roma e Parigi, il tennista è sembrato per un momento vicino a rientrare in quel tunnel che si era ormai lasciato alle spalle. La estate del 2024 ha però successivamente riservato grandi sorprese all’ex numero 6 del mondo.
Rientrato in campo sull’erba di Stoccarda, dove è stato sconfitto in finale da Jack Draper, e dopo aver partecipato anche al prestigioso torneo di Halle, Matteo ha dato filo da torcere a Jannik Sinner anche sull’erba di Wimbledon. Tutto questo prima di assurgere al ruolo di dominatore della terra battuta nei tornei immediatamente precedenti all’appuntamento olimpico.
Vittorioso a Gstaad e a Kitzbuhel, Matteo ha continuato a scalare la classifica fino a raggiungere la 41eisma posizione. Niente male per uno che da qui a fine anno ha il vantaggio di dover difendere pochissimi punti rispetto ai risultati ottenuti l’anno prima. Accreditato della partecipazione al Masters 1000 di Cincinnati grazie ad una wild card fornita dagli organizzatori, Matteo avrà a disposizione anche l’ATP 250 di Winston Salem per riuscire nell’impresa di entrare tra i primi 32 del ranking prima di New York.
Se a Cincinnati riuscisse a centrare i quarti o la semifinale, o addirittura la finale, Matteo potrebbe fare il proprio ritorno in Top 30. In caso di titolo potrebbe addirittura quasi entrare in Top 20. Insomma, se continuerà sulla scia dei recenti risultati, Berrettini può davvero sperare di essere testa di serie nel prestigioso Major americano di scena a Flushing Meadows.