Marcell Jacobs non vuole proprio saperne nulla. Ecco l’annuncio del campione bresciano dopo le Olimpiadi di Parigi
Il re ora è davvero nudo. Marcell Jacobs è stato definitivamente detronizzato. Dopo il quinto posto nella finale dei 100 metri, seppure con la sua migliore prestazione stagionale (9″85), è arrivata la medaglia di legno (quarto posto) nella staffetta 4×100 metri alle Olimpiadi di Parigi.
Lo sprinter di Desenzano del Garda e i suoi compagni Filippo Tortu, Lorenzo Patta e Matteo Melluzzo, non hanno concesso il bis di Tokio 2020 (al posto di Melluzzo c’era Fausto Desalu), quando hanno sbaragliato la concorrenza realizzando una delle più grandi imprese dello sport tricolore.
La delusione, dunque, è enorme per i tifosi azzurri che sognavano un leggendario double e per lo stesso Jacobs che, certo, non si aspettava di ritornare a casa spodestato e a mani vuote. Non per nulla, è arrivato un annuncio del 29enne sprinter che ha preso in contropiede i tifosi: Marcell Jacobs, infatti, non vuole proprio saperne nulla.
Nello sport come nella vita non è forte chi non cade ma chi cade e si rialza. Lo sa bene anche Marcell che è pronto a rialzarsi per riprendersi quella medaglia che gli ha appena sfilato dal collo Noah Lyles. Sarebbe il modo migliore per chiudere una carriera che già gli riserva un posto tra i miti dello sport italiano: “Sono fiducioso che a Los Angeles arriveremo per riprenderci quella medaglia che non è arrivata qui e a quel punto potrei pensare di mettere un punto alla mia carriera“.
Come riportato da sportmediaset.it’, ora per il 29enne bresciano non è il momento di appendere le scarpette al chiodo. Jacobs, infatti, è convinto di potersi togliere altre grandi soddisfazioni tanto da mettere nel mirino un Mondiale, in calendario il prossimo anno su una pista che gli è molto congeniale come quella di Tokyo, per tentare di vincere quel titolo iridato che impreziosirebbe ulteriormente il suo palmarés.
Insomma, le motivazioni non gli mancano e poi il velocista bresciano mastica ancora amaro per quei 6 centimetri che gli hanno negato l’oro nei 100 metri: “Sapere di esser a sei centesimi dalla medaglia d’oro un po’ rosico perché non abbiamo fatto una gara perfetta, si poteva limare ancora qualcosa e per questo sono un po’ amareggiato di non esser riuscito a raggiungere questa medaglia“.
Dunque, Jacobs è motivato e determinato a riprendersi il ‘suo’ trono. A questo punto la più grande incognita è legata alla carta d’identità che a Los Angeles reciterà quasi 34 anni.
Un dato anagrafico che, però, non sembra preoccupare il campione anche perché davanti a sé ha esempi illustri: “Nonostante abbia quasi trent’anni, a livello atletico mi considero molto giovane visto che i primi anni di carriera ho praticamente giocato, senza mia spremermi fino in fondo. Basti vedere Simbine che ha fatto quarto posto e record nazionale a 31 anni, per cui non credo che l’età sia un problema. E’ solo un numero e quindi conta fino a un certo punto“.
Già, proprio così. Del resto, per un atleta i soli numeri che contano sono quelli in pista e Marcell Jacobs, nella sua carriera, ha dimostrato di averli.
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