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Editoriale Calcio

Giuntoli: così fan tutti. Il rischio dell’Inter. L’asset del Milan. La pazienza di Conte

Provoca scandalo e indignazione il comportamento di Giuntoli denunciato da Gasperini, che ha provocato l’ammutinamento di Koopmeiners a soli 3 giorni dalla Supercoppa Europea.

Ma suvvia, così fan tutti: non c’è una squadra che non si metta d’accordo prima con un giocatore, anzi se lo fai solo dopo aver contattato il club, rischi di prenderti un no in faccia. Dove sarebbe lo scandalo su Giuntoli? Da nessuna parte.

Al massimo sono altre le critiche che possono essere mosse, una al suo metodo di chiusura e l’altra soprattutto al giocatore. Al metodo di chiusura perché la questione è semplice: l’Atalanta valuta 65 milioni Koopmeiners, e probabilmente arriverebbero a 60, mentre Giuntoli non si è mai discostato dai 45 milioni, anche se forse adesso salirà a 50. Per carità, ognuno fa il suo interesse, ma con questa illusione Giuntoli prima ha perso Calafiori e poi Todibo (di Adeyemi e Sancho è meglio nemmeno parlarne), dunque c’è un confine tra risparmiare e rimanere con un fico secco in mano. Fare leva sulla volontà del giocatore per risparmiare ben 15 milioni è un suicidio. E qui entra in gioco Koopmeiners, lui sì davvero inaccettabile: tutta questa tarantella per non allenarsi non solo non è onorevole, e passi, ma è inqualificabile quando l’Atalanta sta per giocarsi un appuntamento storico che non le ricapiterà mai più. Anche qui: c’è un confine di dignità tra pensare giustamente ai propri interessi, e danneggiare gli altri per farlo, tanto più se gli altri sono quelli che ti hanno cambiato la vita.

A proposito di rischi, li sta prendendo l’Inter: il rischio carta di identità su cui avevo avvertito sta presentando subito il suo conto nel precampionato con una serie di infortuni l’anno scorso mai capitati. Vedremo se sarà una coincidenza o se l’anno scorso è stato un incantesimo, ma è un fatto che non prendendo due forze fresche in difesa e in attacco l’Inter si espone a un rischio emergenza alto.

Era stato crocefisso da tutti il povero Paulo Fonseca, accompagnato anche da pochissimo mercato della società, che a malapena si sta smuovendo ora. Le amichevoli sono state trionfali. Per carità, contano zero. Ma una cosa sicuramente significano, ammesso che ci fosse bisogno di ribadirla: non è un fesso, è un fiore di professionista. Non fa miracoli, questo no. Ma merita di giocarsela in condizioni di normalità.

Per Antonio Conte le condizioni di normalità non sono certo avere ancora la grana Osimhen da risolvere all’esordio della stagione. Sta accumulando pazienza, ma occhio siamo al 10 agosto. Anche per questo De Laurentiis si sta convincendo a prendere comunque Lukaku. La domanda è: e se poi Osimhen non va via? Il Napoli non ha nemmeno le coppe…

Tancredi Palmeri

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