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Calcio

Tempo d’estate: la Juve l’ha perso e ora Thiago scalpita. Il Milan lo domina e non rinuncia al suo mantra. Fiorentina, adesso devi chiudere

Spesso si usa dire che la fretta possa rischiare di essere cattiva consigliera, in materia di scelte importanti. Un assioma che non trova conferma nell’ambito del calciomercato, laddove le tempistiche di formalizzazione di trattative magari costruite con fatica da tempo, rivestono un ruolo di importanza fondamentale per poter ottenere la tanto agognata fumata bianca.
Un caso di scuola è quello della Juventus, che magari raccoglierà i frutti nel caso di Koopmeiners dopo che da almeno 7 mesi (era gennaio quando svelammo dell’assalto estivo all’olandese con Alfredo Pedullà) Giuntoli si era fatto forte dell’accordo stilato con l’atalantino, ma che invece rischia di perdersi per strada il difensore preferito di Thiago Motta. La reiterata attesa nello sferrare l’assalto decisivo al Nizza per Todibo, sta permettendo ad un ben più deciso West Ham di posizionarsi in una zona privilegiata dell’affare. Accordo chiuso con i francesi per 40 milioni e prospettive di “scippo” in deciso rialzo rispetto a quelle di tenere fede all’accordo bianconero.
Thiago Motta ha professato pazienza e spirito di appartenenza ad un nuovo progetto, ma le priorità stabilite mesi addietro erano chiare. Sarà il caso di porre rimedio.

Servirà tempestività anche alla Fiorentina, per evitare di sperperare inopinatamente il vantaggio concreto che i toscani sono stati in grado di accumulare nella rincorsa a Gudmundsson. L’effetto a sorpresa scaturito dai contatti della seconda metà di luglio si  è esaurito dopo che le cifre sulle quali ragionare per la chiusura con il Genoa sono state portate alla luce. Saranno 25 milioni di euro, tra prestito e diritto di riscatto che potrebbe tramutarsi in obbligo per i viola al raggiungimento di determinate condizioni. Sarebbe un colpo da nuova linfa al campionato pronto a prendere il via. Un boot di entusiasmo al quale i tifosi gigliati hanno fatto la bocca e non vogliono nemmeno pensare di rinunciare.
Da troppi giorni, però, si da per scontata una chiusura che i Viola non hanno ancora formalizzato con la controparte. Ed Il Genoa, peraltro, dovrà anche pensare a come rifarsi il look lì davanti dopo il sacrificio di Retegui e quello che resta comunque probabile dell’islandese. Riguardo ai motivi che stanno portando a questa apparente dismissione, sarà la proprietà rossoblu a dover fare chiarezza con chi di dovere. Tifosi in primis.

E poi c’è il Milan, che nella modulazione dei tempi riguardanti la chiusura delle trattative che ha realmente intenzione di portare a termine, sta rivestendo un ruolo ormai paradigmatico. Il diktat della dirigenza condiviso con la proprietà è chiaro. Acquistare gli obiettivi prefissati, ma senza farsi prendere per il collo. Un mantra valido dai discorsi relativi alle commissioni fuori mercato, e che non scade neppure se ci si ritrova a trattare un centrocampista con il contratto in scadenza tra 11 mesi e che il club di appartenenza valuta come se il legame in essere lo mettesse al riparo da sorprese di mercato che sono invece all’ordine del minuto in un’estate come questa. I tempi si stanno dilatando? Sicuramente sì, ma innanzi tutto con Fofana la parola fine non è stata scritta, e poi il lavoro certosino di Fonseca dal punto di vista tattico sta già regalando diversi bonus “pazienza” che anche i tifosi rossoneri sono pronti a spendersi fino all’ultimo giorno della sessione in corso.
Gli aggiustamenti servono, i complementi della rosa altrettanto, ma essere padroni del proprio destino dal punto di vista economico e di conseguenza strategico, è un lusso per pochi al quale i rossoneri non hanno lecitamente nessuna intenzione di rinunciare.

Infine c’è l’Inter. Che ha un management capace ed una proprietà finalmente solida. Non mancano gli incontri ed i contatti con le principali agenzie del Vecchio Continente e non solo. Da ultimo uno scambio di battute con chi gestisce Jonathan David ed altri profili interessanti e di prospettiva.

Si attende l’occasione da cogliere, a partire dalla difesa sino all’attacco, anche a fronte di un investimento di rilievo, se la visione di Oaktree e management dovesse effettivamente collimare. Fuori dal campo la musica è cambiata, Inzaghi conta che sul rettangolo verde la melodia resti la stessa dello scorso campionato.

Gianluigi Longari

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