L’incredibile disavventura della Nazionale di ginnastica ritmica: intrappolata in Israele. Ecco tutti i particolari
Soffiano sempre più venti di guerra nella Striscia di Gaza. È sempre più concreto il rischio di un allargamento del conflitto tra Israele e Hamas al Libano, roccaforte di Hezbollah, e all’Iran, senza dimenticare gli Houthi in Yemen, dopo l’assassinio, attribuito agli israeliani, del capo politico di Hamas, avvenuto proprio nella capitale iraniana.
E mentre la diplomazia, in particolare Usa, Qatar ed Egitto, è al lavoro per riportare al tavolo negoziale i due contendenti al fine di arrivare a un accordo sul cessate il fuoco e al rilascio degli ostaggi israeliani nelle mani di Hamas, a Gaza si continua a morire per le bombe, di fame e per il mancato accesso alle cure sanitarie.
Ma a convivere con il terrore, con le sirene antiaeree che suonano a ogni ora del giorno, con il sibilo dei missili e con il boato delle bombe che deflagrano è anche una Nazionale di ginnastica ritmica che si trovava in Israele lo scorso 7 ottobre, quando il brutale attacco di Hamas allo Stato ebraico ha aperto le ostilità, rimanendovi intrappolata.
Bombe, bunker, sirene e paura. E’ ciò che hanno provato sulla loro pelle le atlete della Nazionale messicana di ginnastica ritmica che a inizio dello scorso ottobre sono arrivate a Tel Aviv per affinare la preparazione in vista della qualificazione ai Giochi Olimpici di Parigi 2024.
“In Israele hanno ottime strutture, molto grandi, e ci è piace molto il modo in cui lavorano. Lì potranno allenarsi con tecnici del calibro di Julieta Cantaluppi , ex allenatrice italiana che ora fa parte della squadra israeliana, e disporre di spazi di allenamento di altissimo livello“, così l’allenatrice delle ‘fate’ messicane, Blajaith Aguilar, ha motivato la scelta di Israele come sede del loro stage.
Purtroppo non trascorre nemmeno una settimana dal loro arrivo in Israele che scoppia la guerra a Gaza, da dove il loro centro d’allenamento dista appena un’ora. “La prima cosa che ho fatto è stata parlare con le ragazze, ho cercato di calmarle e di comunicare con tutte le autorità del Messico per vedere cosa si sarebbe fatto o come procedere“, ricorda Aguilar nell’intervista concessa a ‘relevo.com’.
Ma la risposta non è stata quella attesa. Il ritorno in Messico non era possibile, l’unica opzione era un volo commerciale entro “uno o due mesi”. Di conseguenza, le atlete continuavano a rimanere intrappolate in Israele. La stampa messicana ha acceso i riflettori sulla loro ‘surreale’ situazione non dando, però, sempre informazioni veritiere sulle loro condizioni.
Ecco perché le ginnaste messicane hanno pubblicato sui social network un video che le immortala insieme alla loro allenatrice per dimostrare che stavano bene e che avevano solo bisogno di un aiuto per tornare in Messico il prima possibile. Per fortuna la loro ‘odissea’ ha avuto l’auspicato lieto fine.
Le ginnaste messicane sono riuscite a raggiungere l’aeroporto internazionale ‘Ben-Gurion’ di Tel Aviv dove si sono imbarcate per uno dei viaggi più lunghi e gioiosi delle loro vite: “Abbiamo fatto quattro o cinque scali. Non siamo mai riusciti a scendere dall’aereo, ci abbiamo messo circa 40 ore se non sbaglio. Ma, credetemi, eravamo così felici che non ce ne siamo nemmeno accorti”.
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