C’è ancora clamore attorno alla scelta di Sinner di rinunciare alle Olimpiadi di Parigi: anche Musetti ha detto la sua
Prima ha vinto uno Slam, poi è salito sul tetto del mondo. Due imprese mirabolanti che non gli sono tuttavia valse, a quanto pare, l’ “immunità”. Jannik Sinner è ancora oggi un bersaglio facile, come si evince chiaramente dal fatto che negli ultimi giorni gliene sono state dette praticamente di tutti i colori.
Il forfait alle Olimpiadi, dovuto alla tonsillite – sopraggiunta per di più all’indomani della fuga d’amore in Sardegna con la bella Anna Kalinskaya – ha scatenato semmai un vero e proprio polverone. È stato accusato un po’ di tutto, il campionissimo azzurro, che qualche giorno dopo l’annuncio ufficiale è poi volato in Canada, dove si sta allenando in vista del Masters 1000 di Montreal. Di non avere alcun interesse nei confronti della maglia azzurra, per esempio, ma anche di pensare più ai suoi interessi che non a quelli del Paese che avrebbe dovuto rappresentare. Niente di nuovo, dunque, cose che avevamo già letto e sentito 3 anni fa, quando aveva deciso di non partire per Tokyo.
Sta di fatto che, con Jannik fuori dai giochi, l’onore di portare alto il tricolore al di là delle Alpi è toccato al connazionale Lorenzo Musetti. Che, come Novak Djokovic nei giorni scorsi, proprio non se l’è sentita di tacere. Anche lui, sulla scia della polemica inaugurata dall’ex numero 1 del mondo, ha inteso puntare il dito contro il regolamento dei Giochi, su una norma in particolare.
Musetti a ruota libera su Sinner e Cobolli
Il riferimento è alle politiche che regolamentano le sostituzioni alle Olimpiadi, con le quali né il carrarino e né il serbo si sono detti d’accordo. Se Nole, dal canto suo, si era chiesto come mai Berrettini non potesse sostituire Sinner, Musetti ha tirato in ballo un altro azzurro ancora: il numero 48 del ranking Atp Flavio Cobolli.
In base alla classifica sarebbe spettato a lui il posto lasciato libero da Sinner, ma ai Giochi sono ammessi solo i 4 migliori giocatori della Nazione e lui, purtroppo, era “solo” il quinto. Una regola che non lascia scampo, ma che Lorenzo il Magnifico non ha alcuna intenzione di mandar giù a cuor leggero. “Mi dispiace per i ragazzi che sono rimasti fuori, come Cobolli che da 50 del mondo meritava di essere qui”, ha osservato il finalista di Umago, per poi difendere la scelta dell’amico Jannik.
In riferimento al suo forfait si è detto certo che non avrebbe mai rinunciato, se si fosse sentito in grado di performare al meglio, mentre è stato perentorio sul fatto che si dovrebbe rivedere il regolamento. Non fosse altro per evitare, ha aggiunto, che ci sia in tabellone “un 300 del mondo di un altro Paese e non il nostro cinquanta”.