Ci sono sportivi che entrano nei cuori della gente non solo per le loro prestazioni, ma soprattutto per il lato umano che li rende unici: tra questi rientra sicuramente Alex Zanardi
A settembre saranno 23 gli anni passati dal primo incidente che ha stravolto la vita di Alex Zanardi. Sul circuito di Lausitzring, ora ribattezzato Eurospeedway Lausitz, il pilota bolognese andò incontro all’amputazione di entrambe le gambe, dopo che il tracciato aveva già tolto la vita – nello stesso anno – a Michele Alboreto.
Appena ripresosi dalla delicata operazione chirurgica, Zanardi commentò con lo stile e quel pizzico di ironia che lo ha sempre contraddistinto: “Vi volevo dire che mi sono spezzato ma non mi piego, è una gara dura ma faccio il massimo per vincerla”.
Tutti conoscono bene cosa accadde in seguito, perché non finì quel giorno la dura prova in una vita piena di ostacoli per Alex, costretto a una nuova operazione chirurgica a seguito dell’incidente in handbike del 2020. Da quel giorno di ormai quattro anni fa, il pilota felsineo ha trascorso la sua vita tra riabilitazioni e ricoveri più o meno duraturi, senza però perdere le speranze anche e soprattutto grazie alla moglie Daniela e al loro figlio Niccolò.
Nel 2022, come se alla vita piacesse scherzare un po’ troppo, Zanardi è stato messo nuovamente alla prova dopo che la sua casa fu interessata da un incendio che lo costrinse fuori per oltre due mesi. Difficile quindi trovare un uomo e una famiglia in grado di sopportare tutto ciò, ed è forse proprio per questo che i tifosi (e non tifosi) di ogni sport hanno preso l’indole del pilota a modello. Un esempio di forza e tenacia in grado di ispirare intere generazioni con le sue gesta, alcune di queste rievocate anche sui social.
Era il 1997 e la gara di quel 27 luglio fu molto particolare, poiché su 28 partecipanti solamente 11 riuscirono a tagliare la linea del traguardo al giro numero 250. Fu proprio Alex Zanardi a vincere quella gara e in questi giorni i tifosi di tutto il mondo hanno ricordato quell’evento memorabile. Zanardi guidò 93 dei 98 giri finali e vinse la U.S. 500 con un vantaggio di 31.737 secondi su Mark Blundell.
In quel contesto il pilota bolognese fece un piccolo miracolo, perché si stava riprendendo da una penalità per aver corso “sopra” l’attrezzatura ai box al giro 33, così prese il comando da Bobby Rahal al giro 119 e dimostrò di che pasta era fatto.
Con il suo stile di guida un po’ aggressivo (totalmente in contrasto con il suo modo di essere), Zanardi portò a casa la prima posizione di quella che era la dodicesima tappa delle CART PPG World Series, rievocata proprio in questi giorni con un post su X.
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