Bufera su Novak Djokovic alle Olimpiadi: cosa è successo a Parigi, stavolta il serbo non è riuscito a trattenersi
Il debutto olimpico di Novak Djokovic è stato perfetto. O quasi. Il numero due al mondo, prima testa di serie a Parigi a causa del forfait dolorosissimo del nostro Jannik Sinner, ha archiviato con estrema semplicità la pratica Matthew Ebden nel primo match sulla terra del Roland Garros per il torneo olimpico, il suo vero grande obiettivo stagionale. Una vittoria arrivata però con troppa facilità per il serbo, al punto da portarlo addirittura a protestare con veemenza per quanto successo.
Con il punteggio di 6-0 6-1 il 24 volte campione Slam ha disintegrato il giocatore australiano, specialista nel doppio ma ormai ritiratosi dalle competizioni individuali da circa due anni. Una vera mattanza che il serbo si sarebbe volentieri risparmiato. Non solo per testare maggiormente il proprio stato di forma, ma anche per evitare all’avversario quella che è stata un’umiliazione obiettivamente evitabile.
Ebden non avrebbe infatti dovuto entrare nel tabellone singolare in questa edizione dei Giochi olimpici. Lo ha potuto (o meglio dovuto) fare a causa di un regolamento piuttosto severo e stringente che ha scatenato non poche polemiche, soprattutto da parte del serbo, che ha fatto sentire al termine del match la sua voce per denunciare quella che appare una vera e propria ingiustizia.
Djokovic protesta ai Giochi olimpici: polemica per il serbo, cosa è successo
Al termine di una partita non proprio combattuta, Ebden si è congedato da Djokovic ricordandogli che si è ritirato dal singolare ormai da due anni. Il suo ultimo match in questa specialità, prima di Parigi, risaliva addirittura all’ATP 250 di Winston-Salem dell’ormai lontano 2022.
L’australiano aveva però potuto essere inserito nel tabellone a causa di un regolamento che non dà l’opportunità alle Federazioni di sostituire un tennista che dà forfait con il miglior giocatore classificato nel ranking dopo una certa soglia di tempo (in questo caso le 23:59 del 19 luglio). La stessa regola che, di fatto, non ha permesso all’Italia di chiamare Cobolli per sostituire Sinner, dando invece l’opportunità al già convocato Vavassori, fino a pochi giorni fa chiamato solo a disputare il doppio.
Una regola che Djokovic non conosceva e che non lo ha particolarmente convinto. Anzi, lo ha lasciato ampiamente perplesso, come rivelato nell’intervista post partita: “Sono contento per il risultato, ma mi dispiace sinceramente per Ebden. Mi ha detto che non giocava in singolare da due anni, per lui è stata dura e non capisco queste regole“.
Secondo Nole non ha alcun senso, infatti, costringere giocatori che non disputano più gare in singolare da tempo a prendere parte a un torneo così importante, occupando un posto che potrebbe invece essere concesso a giocatori più in forma: “Perché non chiamare i tanti top 100/150 che rimangono fuori dal main draw? Non capisco, i giocatori avrebbero avuto comunque molto tempo per raggiungere Parigi“. Parole che al momento non trovano risposta.