Puntare su un allenatore come Thiago Motta, dopo che per anni la squadra è stata impostata sui dettami di un tecnico così differente dall’italo-brasiliano come Max Allegri, prometteva di andare incontro ad una vera rivoluzione. E una rivoluzione in una squadra criticata soprattutto per il gioco che (non) è stata capace di esprimere, non poteva che partire dal rifondare il reparto di centrocampo.
Thiago Motta, regista in campo e in panchina.
Chiunque abbia giocato con lui lo testimonia: Thiago Motta era allenatore in campo. Tecnica, leadership, ordine in campo e guida per i compagni: tutto questo era ai tempi in cui guidava il centrocampo di Barcellona, Genoa ed Inter. Ora in panchina ha basato la sua ascesa su quello stesso reparto. Zirkzee certo, ma a Bologna l’ascesa dei felsinei è stata dovuta anche ad un certo tipo di filosofia dove un giocatore come Ferguson è arrivato più volte in doppia cifra in termini di reti stagionali.
Tecnica, gamba, duttilità: il nuovo centrocampo bianconero.
Se lo scorso anno i bianconeri iniziavano la stagione aspettandosi grandi cose da Pogba e Rabiot, ora Giuntoli riparte da un altro francese, Khephren Thuram. Con Douglas Luiz promette una coppia di fiato, ordine e anche tecnica. Se poi dovesse aggiungersi Koopmeiners, un Ferguson che ha fatto vedere le sue qualità già ad un livello più alto, Thiago Motta avrebbe il materiale giusto per poterci mettere la faccia e costruire una Juve a sua immagine e somiglianza.
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