A poche ore dalla cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici di Parigi 2024 scoppia il caso: atleti russi accusati di tradimento
Doccia gelata per i tifosi italiani a poche ore dalla cerimonia d’apertura dei Giochi Olimpici di Parigi 2024. Niente Olimpiadi per Jannik Sinner. Il numero 1 del ranking Atp ha dovuto dare forfait a causa di una tonsillite. “Sono triste e deluso, era uno dei miei obiettivi“, l’annuncio sui social del 22enne di San Candido, uno dei principali indiziati di una medaglia nel team azzurro.
Inutile rischiare una figuraccia, pertanto la decisione di Sinner di rinunciare alla kermesse a cinque cerchi, seppur a malincuore, è stata condivisa dai tifosi e dai commentatori italiani. Ben altra, invece, è stata la reazione dell’opinione pubblica russa di fronte alla scelta di 15 atleti russi di partecipare ai Giochi Olimpici di Parigi 2024. Una decisione che è stata stigmatizzata come un tradimento.
Come è noto, in conseguenza dell’aggressione della Russia all’Ucraina, il Comitato Olimpico Internazionale ha ammesso a Parigi 2024 solo 36 atleti russi come neutrali, ossia senza insegne nazionali e inno in caso di medaglia d’oro, i 335 che hanno partecipato ai Giochi di Tokyo conquistando 71 medaglie (20 ori, 28 argenti e 23 bronzi) che sono valse il quinto posto nel medagliere.
Di questi 36 atleti, 21 – per lo più lottatori e judoka – hanno rifiutato l’invito all’ultimo minuto. Le Federazioni di lotta e judo hanno giustificato la loro decisione con l’esclusione di alcuni dei loro migliori atleti anche se altre fonti hanno parlato di pressioni politiche. Comunque, il team russo ‘neutrale’ comprende sette tennisti, tra cui Daniil Medvedev, tre canoisti, tre ciclisti, un nuotatore e un ginnasta del trampolino.
Un piccolo plotone di atleti che di certo non avrà il supporto dell’opinione pubblica russa a giudicare dalla levata di scudi contro la loro decisione di partecipare ai Giochi Olimpici alla quale si sono uniti non pochi politici populisti che soffiano sul fuoco delle polemiche bollandoli, come detto, come traditori.
Per il Presidente del Comitato Olimpico russo, Stanislav Pozdniakov, i tennisti in campo a Parigi sono addirittura una “squadra di agenti stranieri“. Ancor più pesante ci è andata giù Irina Viner. Per la leggendaria allenatrice e Presidente della Federazione di ginnastica ritmica, il team russo presente a Parigi è una “squadra di vagabondi” oltre a definire “una marcia funebre” l’inno che verrebbe intonato nel caso in cui un atleta neutrale salisse sul gradino più alto del podio.
Eppure, il Cremlino ha apprezzato non poco la decisione del CIO di non obbligare gli atleti russi a firmare un documento di condanna della campagna militare russa in Ucraina. Evidentemente non basta per placare la rabbia di quanti in Russia si sentono traditi dai quei 15 atleti che hanno deciso di gareggiare a Parigi 2024.
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