Clamoroso alle Olimpiadi, quattro giorni di clausura per un’intera squadra: retroscena incredibile alla vigilia dei Giochi
Per poter raggiungere un grande risultato non esiste una sola strada. Ce ne sono diverse, alcune più tradizionali, altre decisamente più originali. Chi punta all’oro olimpico, a volte può infatti anche scegliere di trovare la concentrazione e l’energia necessaria attraverso un metodo dal sapore ‘medievale’: quattro giorni di clausura in monastero, senza proferir parola, proiettandosi su ciò che accadrà a Parigi 2024.
Può sembrare un eccesso. Effettivamente, di rado si sentono racconti di intere squadre olimpiche portate a svolgere la propria preparazione in un monastero. Ma prima di un appuntamento storico e per tanti atleti ineguagliabile come quello delle Olimpiadi può succedere anche questo.
Chiedere a Jean Elías Cuesta per conferma. L’allenatore della squadra nazionale di tiro con l’arco spagnola ha infatti deciso di far trovare ai suoi atleti il massimo della concentrazione utilizzando un metodo alternativo a quelli sfruttati dalla maggior parte delle altre squadre.
Un metodo che d’altronde, fin qui, ha portato risultati davvero importanti, permettendo alla Spagna di vincere almeno una medaglia in tutte le competizioni internazionali che hanno preceduto Parigi 2024. E questo, probabilmente, anche grazie a un voto del silenzio che fa molto discutere.
Il metodo del silenzio della Nazionale spagnola: il segreto per vincere le Olimpiadi
A svelare uno dei segreti di questa preparazione decisamente originale della Nazionale spagnola è stata Elia Canales, punto di riferimento femminile della squadra, in un’intervista a ‘Relevo’. Cuesta ha scelto a quanto pare di far trovare ai suoi ragazzi concentrazione e meditazione per quattro giorni presso il Monastero di Santa María de Bellpuig de les Avellanes, a Os de Balaguer (Lleida), un antico monastero risalente al XII secolo, ideale per isolarsi dal resto del mondo.
“Non avevamo cellulari, non avevamo fonti di distrazione“, ha spiegato la tiratrice. Per quattro lunghi giorni, la squadra è rimasta isolata dall’esterno, chiusa in un silenzio necessario per trovare quella concentrazione che è il grande segreto del successo in uno sport statico come il tiro con l’arco.
Dire che sia stato semplice, sarebbe però mentire. In una squadra allegra, formata da ragazzi che amano scherzare tra loro e che si vogliono un gran bene, dover vivere per quattro giorni in silenzio è stato uno shock. Lo ha confessato Canales: “A tavola ci guardavamo e sembravamo dirci che volevamo parlare, ma non potevamo. L’unico che poteva farlo era l’istruttore“.
Ma in cosa consisteva questo ritiro spirituale? Concretamente, in giornate intere di meditazione. Gli atleti erano costretti al silenzio totale da prima di colazione fino a dopo cena, per più di otto ore di fila. Un ‘sacrificio’ che si è rivelato, però, utile per imparare a mantenere la concentrazione per lungo tempo anche quando nella testa cominciano ad affiorare cattivi pensieri. Basterà per arrivare al grande obiettivo di una o più medaglie olimpiche? Lo scopriremo solo tra qualche settimana.