Clamoroso retroscena sulle ormai storiche Olimpiadi del 1992: Michael Jordan temette seriamente l’espulsione del compagno
Le Olimpiadi del 1992 a Barcellona non solo sono ricordate per le prestazioni straordinarie del Dream Team USA, ma anche per un episodio evitabile che coinvolse Charles Barkley, uno dei giocatori più carismatici e controversi del basket. La tensione palpabile tra le stelle della NBA e i loro avversari culminò in un episodio che rischiò di macchiare l’immagine del team più leggendario nella storia dello sport.
Nella prima partita del torneo olimpico, gli Stati Uniti affrontarono l’Angola. Prima del match Charles Barkley, noto per la sua schiettezza, dichiarò: “Non so nulla dell’Angola, ma l’Angola è nei guai”. La sua dichiarazione sembrava presagire quello che sarebbe successo poco dopo. Durante il gioco, Barkley ebbe un alterco fisico con Herlander Coimbra, un giocatore angolano. In un momento di frustrazione, Barkley colpì Coimbra con una gomitata al petto, scatenando un’ondata di fischi dal pubblico di Barcellona.
Il brutale colpo del campione NBA non solo portò a un fallo tecnico, interrompendo una serie di 31 punti consecutivi per gli Stati Uniti, ma sollevò anche preoccupazioni sul comportamento dei giocatori del Dream Team. Con una vittoria schiacciante per 116-48, l’episodio della gomitata di Barkley divenne il principale punto di discussione.
All’interno della squadra, il comportamento di Barkley suscitò il disappunto dei suoi compagni, incluso Michael Jordan. Come riporta il portale TalkSport.com, MJ era preoccupato per l’immarcescibile immagine del Team USA ed espresse chiaramente i suoi timori: “Se continua così, lo butteranno fuori dalle Olimpiadi. Abbiamo già creato dei malumori qui, e questo non ha aiutato. Abbiamo provato tutti a parlare con lui e dire, ehi, vogliamo ancora essere apprezzati”.
Jordan, consapevole dell’importanza di mantenere una buona immagine internazionale, sottolineò che il comportamento di Barkley rischiava di compromettere non solo la loro reputazione, ma anche il loro cammino verso l’oro olimpico. Nonostante l’incidente, Barkley riuscì a riscattarsi fermandosi a scattare una foto con Coimbra dopo la partita. Questo gesto contribuì a stemperare le tensioni e, secondo un giornalista, i due svilupparono una sorta di legame negli anni successivi. Coimbra, grazie alla gomitata del campione USA, divenne una figura di rilievo in Angola.
Superato l’incidente, Barkley dimostrò di essere un elemento cardine per il successo del Dream Team. Con una media di 18 punti a partita, fu il miglior marcatore degli Stati Uniti, superando leggende come lo stesso Jordan, Magic Johnson e Larry Bird. La squadra dominò il torneo, con una media di 117,3 punti per partita e un margine di vittoria di 43,8 punti.
Barkley tornò alle Olimpiadi nel 1996, guidando nuovamente il Team USA sia nel punteggio (12,4 punti a partita) che nei rimbalzi (6,6 a partita). Questa volta, la squadra rimase imbattuta e conquistò l’oro senza incidenti che offuscassero la loro gloria. L’increscioso episodio che aveva visto coinvolto Barkley quattro anni prima si rivelò di grande insegnamento su come la pressione e le emozioni possano influenzare anche i migliori atleti.
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