Dopo le recenti sconfitte nei tornei più importanti, Jannik Sinner è al centro delle discussioni. Ecco il suo punto debole
Nei giorni scorsi Wimbledon assegnava per il secondo anno consecutivo il titolo di campione sull’erba londinese a Carlos Alcaraz. Momento scintillante per il talento spagnolo, che dopo aver dominato e conquistato il Roland Garros, ha vinto il suo secondo titolo slam stagionale, tornando a volare nel ranking mondiale.
Un grande peccato per i tifosi italiani e non solo per non essere riusciti a vedere l’ennesimo duello ad alti livelli tra i due giovani talenti maggiori di questo sport. Alcaraz contro il nostro Jannik Sinner, che ha lievemente deluso nella sua recente esperienza a Wimbledon. L’altoatesino, fisicamente non al top, ha dovuto arrendersi al quinto set contro Daniil Medvedev già ai quarti di finale.
Manca brillantezza a Sinner in questo periodo, che ha dovuto saltare alcuni tornei di preparazione prima dell’estate, a causa degli infortuni. L’uscita di scena anzitempo a Wimbledon non ha fatto piacere al classe 2001, che ora punta tutto sui giochi olimpici di Parigi, andando a caccia di una medaglia per sé e per la sua nazione.
Ma quali sono i motivi di questo calo improvviso di Sinner? Perché l’azzurro non ha saputo tenere testa ad un cliente più anziano di lui come Medvedev? Domande a cui ha provato a rispondere un grande del passato, quel Boris Becker che vinse Wimbledon ancora 17enne nel 1985.
Il tedesco, oggi allenatore di tennis, ha parlato ai microfoni di ‘Sky’ dopo l’edizione annuale del torneo londinese. Il suo parere su Sinner è piuttosto chiaro: “Nell’ultimo anno ha compiuto dei grandi progressi che gli hanno permesso di vincere uno Slam e di issarsi in vetta alla classifica mondiale. Ma il suo evidente problema è la gestione del quinto set”.
Becker ha quindi evidenziato come negli avversari possa serpeggiare la convinzione che allungando la partita le chance di vittoria contro Sinner aumentino. Dunque la leggenda del tennis ha sottolineato come Jannik non riesce ad avere la continuità e la forza, sia mentale che atletica, per gestire un eventuale quinto set, come dimostrato nel duello perso con Medvedev a Wimbledon. Come se l’azzurro arrivasse scarico e intimorito dopo la lunga battaglia.
Fattore molto strano e particolare, visto che Jannik più volte ha ammesso di preferire i match da “tre su cinque”, ovvero dove servono tre set conquistati per vincere la partita. Eppure la sua attuale condizione non gli permette di dominare così facilmente.
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