Il braccialetto che ha sollevato al cielo vale tanto, perché è arrivato dopo 10 giornate trascorse ai tavoli dell’Horseshoe Las Vegas Event Center sfidando un field che ha stabilito il nuovo record per questo torneo: ben 10.112 partecipanti. Ed è prezioso anche economicamente perché ha consegnato al player di Las Vegas un primo premio da 10 milioni di dollari.
Il merito principale di Tamayo è stata la pazienza, dalla quale dipende anche la capacità di gestione dello stack, vero punto cardine del poker sportivo. Ha iniziato il final table dal penultimo posto ed è riuscito a raggiungere l’ultima giornata (Day10) in compagnia del “crusher” svedese Niklas Astedt e dell’amateur Jordan Griff.
Quest’ultimo ha opposto resistenza fino alla fine, mettendo in mostra un gioco molto spavaldo – forse un po’ troppo – per un giocatore non professionista. Griff ha avuto anche la chance di vincere il Main Event, ma un Kappa al river gli ha detto di no. E su questo punto bisogna ammettere che, se il traguardo di Tamayo è senza dubbio meritato, la Dea Bendata ci ha messo del suo decidendo di non regalare agli appassionati di poker una nuova “Cinderella Story”, cioè la vittoria di Griff.
La storia di Tamayo è invece quella di un regular dei tornei live a stelle e strisce con 2,3 milioni di dollari vinti e 4 anelli del Circuito WSOP (WSOPC) messi in bacheca prima di questo torneo: ottimi risultati che però quasi scompaiono di fronte al successo nel Main Event WSOP.