Il circuito ATP si stringe attorno all’indomito campione, vittima di un altro infortunio che lo ha costretto a saltare il torneo di casa
Il mondo del tennis sta celebrando con la giusta enfasi le imprese di Carlos Alcaraz, il fenomeno spagnolo che a soli 21 anni ha già vinto 4 titoli Major, di cui 2 Wimbledon. Il nativo di Murcia è anche entrato nel ristretto club di coloro che, nella stessa stagione, sono stati capaci di fare l’accoppiata Parigi-Londra: roba per pochi, anzi per pochissimi.
L’ultima edizione dei Championships ha così definitivamente consacrato nell’Olimpo delle leggende viventi quello che per tutti, stampa spagnola in particolare, è l’erede designato di Rafa Nadal. Il maiorchino nel corso della sua impareggiabile carriera ha vinto per due volte – nel 2008 e nel 2010 – il prestigioso torneo inglese.
Nell’albo d’oro di Wimbledon figurano altri campioni capaci di vincere almeno due volte la kermesse sull’erba inglese. Un posto di rilievo spetta certamente ad Andy Murray, lo scozzese che, grazie all’affermazione all’All England Club nel 2013, spezzò un digiuno lungo 77 anni. Tanto era infatti il tempo trascorso dall’ultima vittoria di un tennista britannico – tale Fred Perry – che nel 1936 aveva alzato al cielo l’agognata coppa.
Dopo aver fatto di tutto per esserci in quella che lo stesso protagonista aveva dichiarato essere la sua ultima partecipazione al Major londinese, Murray non ce l’ha fatta. Dopo aver perso, in coppia col fratello Jamie, nel primo turno del doppio, il nativo di Glasgow ha dato forfait per il match d’esordio in singolare contro il ceco Tomas Machac. Una delusione incredibile per il pubblico di casa, che voleva tributare il giusto omaggio al vecchio eroe di tante battaglie.
I tifosi inglesi si sono parzialmente consolati con una cerimonia organizzata in suo onore sul campo centrale di Wimbledon. Incassata la scontata e commossa ovazione dal pubblico, l’ex numero uno del mondo è tornato sotto i ferri. Dopo aver accettato una protesi di rivestimento per lenire le sofferenze causate dagli storici problemi all’anca (era stato diagnosticato un conflitto femoro-acetabolare inizialmente trattato in artroscopia), il tennista si è dovuto arrendere ai dolori alla schiena che già si erano affacciati in passato sul suo fisico.
“Ho apprezzato molto che alcuni dei migliori giocatori nella storia di questo sport erano sul centrale a vedermi. Persone per le quali ho un enorme rispetto. Non mi aspettavo che venissero anche le mie figlie. Quando stavamo aspettando negli spogliatoi, ho visto su uno dei televisori che erano seduti lì con mia moglie”, ha detto Murray commentando il suo commiato al torneo per il quale ha lottato durante tutta la sua carriera.
Qualche giorno dopo però, attraverso una storia su Instragram, lo scozzese ha pubblicato delle foto che testimoniano le terribili condizioni in cui versa la sua schiena. Considerato il tutto, ipotizzare che il 37enne possa partecipare, come ancora vorrebbe fare, alle Olimpiadi di Parigi, appare quanto meno poco probabile. Non c’è però battaglia che il vecchio campione possa abbandonare senza prima averci almeno provato…
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