Ecco come l’epilogo di Wimbledon ha cambiato la geografia del ranking Atp: la situazione di Sinner e dei suoi avversari
Nessun outsider, nessuna sorpresa. L’edizione 2024 dei Championships si è conclusa come quella di 365 giorni fa. Stesso epilogo, seppur con un copione leggermente diverso. Carlos Alcaraz ha faticato meno di quanto non fosse stato costretto a fare l’anno prima, quando gli ci erano voluti 5 set e un sacco di energia per mettere spalle al muro il re, fino a quel momento incontrastato, dei prati inglesi.
Stavolta gli sono bastati 3 parziali, invece, per difendere il titolo e per battere Novak Djokovic. Che, soprattutto nei primi 2, è parso particolarmente in difficoltà al cospetto del fenomeno di Murcia. C’era da aspettarselo, tutto sommato, che andasse a finire in questo modo, dopo che Jannik Sinner era stato eliminato ai quarti di finale da Daniil Medvedev. Per gli analisti era il secondo favorito per la vittoria e solo lui, forse sì o magari no, chi lo sa, avrebbe potuto dare fastidio in semifinale all’iberico, che ora è a quota 4 Slam.
Il fatto che si sia imposto all’All England Club non ha stravolto troppo, fortunatamente, il ranking Atp. Sapevamo già in partenza che l’altoatesino sarebbe rimasto in vetta anche nel caso in cui non avesse vinto il Major britannico, perciò nessuno ha temuto che al termine del terzo Slam dell’anno potesse perdere il suo status di numero 1. Ma andiamo a scoprire, nello specifico, quanto divario ci sia, adesso, tra l’azzurro e gli altri competitor.
Sinner è al sicuro, ma fino a quando?
Iniziamo col dire che Sinner, che lo scorso anno era arrivato in semifinale, uscendo di scena ai quarti ha perso 320 punti. A partire da questo lunedì, quindi, avrà ne avrà un totale di 9570.
Ne ha 1100 in più, per intenderci, di quanti non ne abbia Djokovic, che pur avendo perso la finale è ancora avanti ad Alcaraz. Il pluricampione serbo ne ha 8460 ed è un bene, per Jannik, che l’amico iberico abbia avuto la meglio sull’erba. Se a trionfare fosse stato Nole, infatti, oggi Sinner lo avrebbe alle calcagna, a soli 400 punti di distanza. Carlitos, dal canto suo, può tornare a respirare, adesso che ha difeso il fortino londinese.
Essendosi laureato, lo scorso anno, campione di Wimbledon, era chiamato a salvaguardare la bellezza di 2000 punti. Se non ci fosse riuscito, la classifica oggi sarebbe estremamente diversa da come, invece, si presenta. Il divario dal rivale di Sesto Pusteria resta comunque, al netto di questa vittoria, abbastanza importante. A separarli ci sono 1440 punti, ma il prosieguo della stagione sarà, in tal senso, determinante. L’italiano dovrà difendere ogni punto con le unghie e con i denti, se vorrà continuare a godersi il panorama dal trono del monte Atp.