A Wimbledon l’eterno campione serbo si è dovuto inchinare alla classe del giovane rivale: davanti al microfono però, Nole ha vinto
Mercoledì 5 giugno Djokovic si era operato al menisco, lesionato irrimediabilmente dopo l’epica vittoria ottenuta sul centrale del Roland Garros, in regime di ottavi di finale, contro Francisco Cerundolo. Appena 40 giorni dopo, domenica 14 luglio, era sul Centre Court di Wimbledon a giocarsi la possibilità di diventare campione dei Championships per l’ottava volta in carriera. Con annesso 25esimo titolo Major da mettere in bacheca. Tanto per aggiornare la tabella di un record che è già suo esclusivo appannaggio.
La missione, come noto, è fallita. Nole, il vecchio ma eterno fuoriclasse, ha ceduto a Carlos Alcaraz. Il nuovo fuoriclasse dei tempi moderni. Colui che, conti alla mano, se prosegue su questi ritmi potrebbe raggiungere l’apice dei 24 Major già a 31 anni.
Tralasciando il fatto che la finalissima di Wimbledon abbia avuto, sul campo, poca storia (lo spagnolo si è imposto in tre set, con gli unici brividi arrivati in chiusura del terzo parziale, con tre match point falliti sul proprio servizio), Djokovic ha lottato con onore.
Abbiamo parlato del miracolo di aver disputato l’ultimo atto a meno di un mese e mezzo dall’operazione, ma non possiamo dimenticare che già martedì 2 luglio, sempre sul centrale, il nativo di Belgrado era tornato in campo per il primo, vittorioso, turno contro il ceco Kopriva. Un miracolo. Uno sforzo perpetrato per due settimane e, purtroppo per lui, non sublimato da un trionfo che sarebbe stato senza dubbio il più incredibile della sua già gloriosa carriera.
Djokovic si scioglie parlando ai figli: commozione a Wimbledon
Negli ultimi anni, complice anche un percorso professionale che lo ha portato spessissimo fuori casa, lontano dagli affetti familiari, il campionissimo ha manifestato un qual certo disagio per il distacco dagli affetti più cari. Già commosso lo scorso anno, durante la stessa premiazione da secondo classificato, sul campo centrale di Wimbledon, il serbo era scoppiato in lacrime anche a New York, nonostante la vittoria finale.
È stato così che anche nella soleggiata domenica di metà luglio sui prati londinesi, Nole si è sciolto guardando i figli assiepati in tribuna. Dopo aver ringraziato il suo staff e la moglie per il lavoro fatto e per l’amore che mai è venuto a mancare, il tennista si è rivolto direttamente a Tara e Stefan. I suoi gioielli. I trofei che valgono molto di più di qualunque epica vittoria.
“Continua a venirmi da piangere ogni anno quando vi vedo lì“, ha esordito già con la voce strozzata. “Grazie per mettere il sorriso sul mio volto ogni giorno. È così bello essere il padre di questi due piccoli angioletti“, ha proseguito.
“Thank you for bringing the smile to my face every single day”
Touching words from Novak, recognising the people who matter most 🫶#Wimbledon pic.twitter.com/V6btZMtL8r
— Wimbledon (@Wimbledon) July 14, 2024
“Non so se avrò il coraggio di continuare la mia carriera da allenatore con mio figlio. Ci sono tante cose belle nella vita, Stefan…ma se davvero vorrai andare avanti io sarò lì per te“, ha promesso il campione parlando al primogenito di casa, nato nel 2014 e già appassionato di tennis.