Lautaro Martinez si prende la scena, questa volta: il Toro ha deciso la finale della Copa America per la sua Argentina, ma più in generale ha deciso le sorti dell’Albiceleste per gran parte del torneo, chiudendo da capocannoniere con i suoi 5 gol, nonostante solamente due partite giocate da titolare sulle 6 a disposizione.
In esclusiva per SPORTITALIA è intervenuto per parlare di lui Hugo Reñones, che allenò l’attaccante ai tempi in cui giocava nel torneo Under 17 a Bahia Blanca, la Liga del Sur: “Lui è un crack, lo è sempre stato, ha lottato tanto per arrivare a tutto questo. E’ un giocatore ed un ragazzo fantastico. In tutti questi anni non ha mollato un centimetro andando a conquistare tutto ciò che sognava”.
Il Lautaro di oggi è un giocatore ed un uomo differente rispetto a qualche anno fa: “Ci ha sempre creduto a dove voleva arrivare e questo lo ha guidato nel suo percorso. Il talento lo ha sempre avuto, è sempre stato di un altro livello, ma quando poi giochi contro grandi difensori e nelle competizioni europee e mondiali, allora puoi fare uno step ulteriore e lui lo ha fatto. Fin da quando era qui in Argentina ha sempre fatto tanti gol, ma fisicamente, tatticamente e anche a livello di testa oggi è un giocatore di livello mondiale. E si adatta a giocare con qualsiasi compagno di squadra ed in qualsiasi sistema di gioco”.
Una serie di gol, quelli fatti in questa Copa America, che sono anche una liberazione per il Toro, criticato in Patria ed anche in Europa per il rendimento che si era fatto altalenante nella Seleccion: “Sì, molti lo hanno criticato, comprese alcune persone qui a Bahia Blanca. E ora? Non ha mai meritato tutte queste critiche, primo perché è un grande giocatore e secondo perché è una persona fantastica. Chi lo critica non capisce molto di calcio. Ora ha messo a tacere tutti”.
Ora Lautaro è l’ottavo marcatore di sempre dell’Argentina, punta Di Maria (che ieri ha giocato la sua ultima partita con la Seleccion) al settimo e decide una finale nella quale Messi è uscito per infortunio: “Scalerà ancora quella classifica. E’ stato un gol anche simbolico, perché è un giocatore che si fa amare non solo per i suoi gol, ma anche per tutto ciò che fa all’interno del gruppo, come uomo squadra”.