Calcio

ESCLUSIVA SI Guillermo Amor: “Milan, Morata centravanti da big. Fabregas? Como, ti porta in alto”

421 presenze con il Barcellona, vincendo una Champions League, 2 Coppe Uefa e 2 Supercoppe europee, oltre che 5 campionati, ma anche 2 stagioni vissute alla Fiorentina in Serie A: l’ex leggenda del calcio spagnolo Guillermo Amor è intervenuto in esclusiva a SPORTITALIA all’indomani della vittoria delle Furie Rosse in finale dell’Europeo.

Oltre a completare il ricambio generazionale, cosa ha portato De La Fuente ad una Spagna che ha vinto 3 degli ultimi 5 Europei?

“De La Fuente ha fatto un ottimo lavoro, è stato molto serio e molto professionale nello svolgere il suo compito. Ha creato una bella atmosfera gestendo meravigliosamente lo spogliatoio ed ha sempre difeso sempre i suoi giocatori, in ogni situazione. È chiaro che lavora molto sui valori e questo è molto importante all’interno di un gruppo”.

Considerando la sua età, si aspettava che Yamal potesse essere già da questo Europeo così decisivo e fino a questo punto?

“Lamine è molto giovane, ma mostra una grande maturità in tutte le sue azioni e nei suoi comportamenti. È il presente della Spagna e del Barcellona, ma ha anche un grande futuro davanti a sé. Ha molto talento, ma è consapevole che la cosa più importante sia la squadra. Viene dalle giovanili del Barça e sa cosa serve per arrivare e restare in prima squadra”.

Morata è seguito dal Milan. L’Italia è il posto giusto per lui?

“Morata ha già giocato in Italia e conosce il campionato molto bene. Oltre che in Serie A, da tanti anni gioca e fa bene in campionati come Premier League e nella Liga, dimostrando il suo valore ad alto livello ed in grandi squadre”.

Il Como sempre più spagnolo prende Reina, ma cerca anche i vari Pau Lopez, Moreno e Rodri Sanchez. Fabregas dove può portare questa squadra?

“Gli auguro di portare il Como ad alto livello e spero che Cesc possa ottenere tanti successi da allenatore. Il passo importante lo ha già fatto, ora è questione di lavoro e di tempo. Questi fattori sono i più importanti nella carriera di un allenatore”.

Daniele Najjar

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