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Calcio

Dramma Tre Leoni, l’alba del giorno dopo: eterna maledizione, fatale pure Berlino

L’alba del giorno dopo diventa terrificante. Dramma Tre Leoni: l’alba del giorno dopo, eterna maledizione, fatale pure Berlino. Forse anche relativo parlare di alba: nel camp dei Tre Leoni stanotte non ha dormito nessuno, proprio nessuno. Notte da incubo. Tutto vero. Spettri del passato e di una maledizione che non si spezza mai. Che resta tale. Viva e tangibile. Visibile ad occhio nudo. L’Inghilterra ha perso ancora, per l’ennesima volta. Nel momento decisivo, il vento ha soffiato contro, ha spirato contro i Tre Leoni, ha sussurrato Furie Rosse. Che ricostruiti col loro stile tra palleggio e tessuto vincono meritatamente un Europeo dominato, battendo ed eliminando le più forti, dall’inizio alla fine.

STESSO FINALE

Non è bastato il pari di Palmer, che sembrava potesse cambiare storia, capovolgerla, gioiello e freddezza, timbro di chi ha tutta stoffa del grande campione. Stavolta diventa Oyarzabal chi si prende lo scettro di distruggere i cuori britannici di un’Inghilterra tutta unita, come sempre, attorno ai suoi Tre Leoni. Cavalcata mozzafiato, fortemente sconsigliata ai deboli di cuore, chiusa ancora con un pugno di mosche. E le fanzone allestite per l’occasione chiudono tra lacrime e silenzio. Sgomento. Pinte stavolta indigeste. La sfera, lo sport, il gioco ancora una volta non sono tornato a casa. Il calcio è rimasto a Berlino. Anzi, è volato per altri lidi. Ancora una volta mediterranei, stavolta spagnoli.

DRAMMA KANE

Parliamo di venti e di uragani, uragani come capitan Kane, che più d’ogni altro incarna e rappresenta iconografia di una maledizione unica, senza precedenti, tra Inghilterra e Tottenham. Lui, capitano valoroso, arrivato stavolta stremato, sostituito dopo nemmeno un’ora di gioco, costretto ad ammirare ancora una volta gli avversari, quelli che alzano. Mani sul volto e occhi persi nel nulla, uno sguardo che riprende espressione, e drammatica, quando scova i suoi cari, la sua famiglia, la sua Kate, i suoi piccini in tribuna. Due Premier sfiorate, un’annata tedesca di un Bayern fallimentare, due finali perse coi suoi Tre Leoni. A 31 anni è grande. Avrebbe avuto bisogno di un momento stellare per entrare definitivamente nel cuore dei sostenitori, lui, miglior marcatore di tutti i tempi della nazionale inglese, uno dei più forti calciatori mai prodotti oltremanica: serviva un’immagine che potesse rimanere scalfita nelle memorie collettive britanniche, l’unica immagine che resterà sarà soltanto quella coppa che accarezza un’altra volta e scivola via, per l’ennesima volta. Un dramma. Harry Kane vive un dramma. Il tempo è galantuomo, si dice. Stavolta forse, in questo caso, diventa difficile crederlo.

LA STORIA SI RIPETE

Dramma Tre Leoni, l’alba del giorno dopo: eterna maledizione, fatale pure Berlino. Adesso sarà complicato ricostruire. Southgate, col contratto in scadenza, ha lasciato aperte tutte le possibili soluzioni. Lui, che nel 1996 sbagliò a Wembley il rigore decisivo con una delle rivali di sempre, quella Germania che poi si sarebbe laureata campione d’Europa, qualche giorno più tardi, proprio sotto l’arco. Non ci sarà, nemmeno per lui, nessuna redenzione. Risultati alla mano resta uno dei migliori commissari tecnici per piazzamenti conquistati e livelli raggiunti, ma spesso e volentieri destini e parti del tabellone, come Russia 2018 o Euro 2021, gli sono stati favorevoli. Destino però poi come sempre scontato tutto all’ultimo respiro, come tradizione vuole. Senza citare Euro 2004, perso ai rigori ai quarti col Portogallo. Senza citare Germania 2026, copia e incolla, perso ai rigori ai quarti col Portogallo. Senza citare Frank Lampard e quella sfera entrata di mezzo metro in Sud Africa 2010, un percorso culminato con la nostra estasi tutta azzurra nel 2021, sotto l’arco di Wembley.

E ADESSO?

Southgate vanta comunque credito, riconquistato per questo sorprendente cammino, dopo contestazioni giuste lecite argomentate e giornalistiche, tra convocazioni e fase a gironi. Tanti tenori, ben poco squadra. Alla fine la paghi, Spagna strameritatamente campione. Southgate o non Southgate il materiale c’è, per disputare ancora le prossime competizioni da protagonisti. Ma credere che si possa scrivere un finale differente, stavolta diventa assai più complicato. La storia ha sussurrato ed emesso il solito verdetto: un giorno tornerà a casa, forse, ma non ancora.
Simone Dell'Uomo

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