A Berlino c’è quel senso di straniamento dei berlinesi, come di chi continua ad ospitare una festa a casa sua cui non partecipa più. Finale in casa e i tedeschi sono già fuori da 10 giorni. Così stanno calando in massa gli inglesi, attesi oltre 50 mila di cui più di una metà non troverà posto all’Olympiastadion. Mentre gli spagnoli saranno un terzo, limitati dalle distanze, dalle economie e dal non sentirsi in missione per conto di Dio.
Perché inutile nasconderselo: l’Inghilterra prova una cosa differente, che la Spagna non può avere.
On a mission from God, per l’appunto. C’è una mistica che accompagna gli inglesi, i 58 anni aspettando un titolo, passando attraverso il Golgota della sconfitta ai rigori in finale contro l’Italia a Wembley. E il volto di Cristo in croce è perfettamente incarnato da quello angustiato di Southgate, che da 28 anni di croce porta la sua personale del rigore decisivo sbagliato nella semifinale in casa contro la Germania a Euro96, quando a dire il vero i rigoristi inglesi avevano tutti fatto il loro dovere ma purtroppo per loro anche quelli tedeschi, e allora si dovette andare ad oltranza e il primo degli altri fu proprio Southgate, che già dalla camminata verso il dischetto sembrava avvicinarsi verso il patibolo.
Le fasi della passione le hanno attraversate tutte gli inglesi, sono sopravvissuti in questo Europeo a Slovacchia e Svizzera, sono andati a vincerla con l’Olanda, e arrivano in crescendo.
Contro semplicemente la squadra migliore a mani basse di tutto Euro2024. Raramente si è vista una distinguersi così marcatamente in un torneo da tutte le altre come questa Spagna. E ancora più raramente si era vista una squadra arrivare in finale essendo in ogni partita distintamente la migliore. E’ successo solo 4 volte: all’Uruguay 1930, all’Ungheria 1938, all’Ungheria 1954 e al Brasile 1970. E solo le non-Ungheria poi sono riuscite a completare l’opera.
Non ci sono veri dubbi di formazione. La Spagna dovrebbe replicare il 4-2-3-1 della semifinale, leggera modifica per agevolare Dani Olmo sottopunta. L’Inghilterra il 3-4-2-1 con unico dubbio se partire con Trippier o Shaw esterno. La Spagna non abiurerà dal suo gioco arioso ma verticale, una splendida sintesi tra Guardola e Klopp. L’Inghilterra non avrà la stessa dinamicità ma ha atletismo e fisicità oltre a una grande tecnica.
E l’intensità sarà altissima, come si conviene a una finale, come sempre quelle dell’Europeo, Non a caso in 17 finali dell’Euro (una ripetuta), solo due volte si sono segnati 4 gol, e la media è di solo 2.41 gol a finale.
Per intenderci, ai Mondiali ben 11 volte su 22 si sono segnati almeno 4 gol (11 su 22 ai Mondiali contro 2 su 17 agli Europei!), con 83 gol in 22 finali, una media di poco più di 4 gol a partita!
Arriviamo dalla più bella finale dell’Europeo di sempre, quella di Wembley. Più bella oggettivamente per un tifoso neutrale, incidentalmente anche per noi italiani, emozionalmente un incubo per gli inglesi.
Che avranno quella mistica, contro la leggerezza degli spagnoli: i quali come l’Italia 3 anni fa non erano tra i primi 4 favoriti ma avevano la freschezza di gioco – e nel caso spagnolo, anche anagrafica – di andarsi a togliere delle soddisfazioni. De La Fuente lancerà le frecce dalle fasce, chiederà il forsennato guardioliano scarico pallone e liberarsi dalla marcatura, ma non si vergognerà di stringere le linee compatto per respingere gli assalti. Southgate vorrà far valere la forza d’urto della presa di posizione in campo in massa, spostando in maniera rugbista la difesa più in là, e però facendolo velocemente come nel Primo Tempo contro l’Olanda, per evitare di farsi far girare la testa dai movimenti spagnoli.
Le stelle risolutive di Lamine Yamal e Jude Bellingham, incredibilmente passati in un anno dal Golden Boy alla sfida per il Pallone d’Oro.
Ma in verità per l’Inghilterra c’è anche tutto quello che è e rappresenta Harry Kane, e che finale di storia sarebbe se il primo trofeo per lui fosse alzare da capitano la prima coppa per l’Inghilterra dopo 58 anni. E per la Spagna la testa e la gamba sono configurati da Rodri, regista totale e miglior centrocampista al mondo manlevando l’onere da Toni Kroos nella sua terra.
Ma attenzione alla fasce, perché Cucurella potrebbe essere risucchiato al centro da Foden, e potrebbero aprirsi gli spazi per Saka, lui uomo del destino con lo stigma da estinguere del rigore decisivo sbagliato a Wembley, identico marchio a fuoco del suo allenatore dal 1996. Mentre invece occhio perché nella Spagna il gioco di marcature può liberare ancora una volta Dani Olmo tra le linee, che con Harry Kane è alla pari con altri 4 nella classifica capocannonieri a 3 gol, quota marcatori più bassa di sempre per un torneo con 7 partite. Dani Olmo che fa parte di quel nugolo di 7 che erano con De La Fuente tre anni fa nella Spagna Olimpica che perse la finale di Tokyo2020 contro il Brasile ai Supplementari. Perché anche nella leggerezza dei più piccoli possono essere cicatrici, non guarite dal tempo ma lenite dal vento della giovinezza.
Ma in verità guardarsi dentro e indietro può inchiodarti sul campo. Alla fine per prenderti il futuro devi avere solo la forza di guardare in alto verso il cielo sopra Berlino.