Sulle strade del Tour de France continua la battaglia. Intanto, si è sfiorata la rissa verbale: “Ci vogliono le palle”
Non c’è il minimo rischio che gli appassionati di sport possano annoiarsi in questa calda estate. Oltre a Euro 2024, che comunque si avvia alla conclusione, e le imminenti Olimpiadi di Parigi 2024, al via il 26 luglio, in questi giorni è di scena anche il Tour de France, la più prestigiosa corsa a tappe del ciclismo.
Finora, però, non c’è stata bagarre tra i principali candidati alla vittoria finale. Tadej Pogacar, che ha dominato l’ultimo Giro d’Italia, con un’azione delle sue, un’accelerazione sul Col du Galibier con la quale si è liberato della compagnia dei suoi principali rivali, ha vinto la quarta frazione, la Pinerolo-Valloire, strappando la maglia gialla a Richard Carapaz.
Ebbene, il fuoriclasse sloveno avrebbe voluto concedere il bis nel corso della nona tappa, la Troyes-Troyes che prevedeva 14 settori di ‘strade bianche’, ossia sterrate, per un totale di 32 km, ma qualcosa è andato storto tanto che nel dopo corsa non le ha mandate a dire sfiorando la rissa verbale.
Il capitano della UAE Team Emirates è il grande favorito per arrivare in maglia gialla a Nizza che ospiterà l’ultimo arrivo della Grande Boucle (la crono Monaco-Nizza). Non per nulla, Jonas Vingegaard, il vincitore delle ultime due edizioni del Tour de France e reduce da un lungo stop dopo la terribile caduta nel corso del Giro dei Paesi Baschi, sembra aver battezzato lo sloveno come suo unico rivale per la maglia gialla snobbando, di conseguenza, altri accreditati pretendenti come Remco Evenepoel e Primoz Roglic.
Una strategia che il fuoriclasse sloveno non condivide affatto: “A un certo punto siamo andati io, Remco e Jonas [Vingegaard, ndr]. Pensavo che fosse un’ottima opportunità per noi per guadagnare qualche secondo sugli altri favoriti della generale e mettere al sicuro il podio, ma Jonas si è rifiutato di collaborare”. Ha quindi sottolineato come la Visma si sta concentrando solo su di lui sottovalutando gli altri contendenti: “Seguono solo me, senza pensare a Primoz [Roglic, ndr] o Remco”.
Anche lo stesso Remco Evenepoel ha stigmatizzato la conduzione della corsa troppo difensivistica da parte del team di Vingegaard, la Visma-Lease a bike, tacciando il danese, per così dire, di mancanza di coraggio: “Dobbiamo accettare le tattiche e le situazioni di gara, ma a volte servono anche le palle per gareggiare e sfortunatamente forse Jonas oggi non le aveva“. Insomma, in attesa di darsi battaglia sulle strade del Tour de France infiammando la Grande Boucle i big del pedale affilano le armi dialettiche.
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