Ci abbiamo provato in tutti i modi, a Casa Milan, lunedì. Altro che giornalisti servi e aziendalisti, i classici luoghi comuni tipo politici tutti ladri e così via. Dalla prima all’ultima domanda della conferenza stampa, c’è stata la volontà di fare chiarezza sulle scelte del Milan, sulla visione di Ibra e sulle prospettive di Fonseca, con domande pungenti e precise. Certo, se si pretendeva il rutto libero dei social e il populismo, si è rimasti delusi. Ma fortunatamente, siamo tutti abituati a lavorare con serietà e professionalità. Veniamo allora all’analisi di ciò che è emerso dalla lunga giornata di Milanello e proviamo a fare chiarezza un po’ sulle incompresibili strategie del club battezzato AC Schienadritta sui social, tra i sorrisini e i colpi di gomito di colleghi di altre parrocchie.
Il Milan non si fa tirare il collo da nessuno. Né dai club che vendono, né dai giocatori da acquistare, né tantomeno dagli intermediari che lavorano in maniera poco seria. Il motivo principale è presto spiegato ed è esattamente quello che molti adducono come un problema: questa dirigenza arriva da mondi molto diversi rispetto al calcio, un far west dove questo modus operandi è ritenuto normale. Giorgio Furlani è un top manager di alta finanza, abituato a transazioni da miliardi di euro, in piena trasparenza: lì le trattative vengono vivisezionate fino all’ultima clausola, con la massima chiarezza. Le fughe di notizie strumentali ad alterare gli affari vengono punite penalmente, essendo un reato. E tanto più le creste sottobanco, al di fuori dai parametri della normalità.
Così nasce il suddetto AC Schienadritta. Che fa rumore, sapete perchè? Perchè le schiene di tutti gli altri, in giro, sono stortissime. Felicemente ad angolo retto. Da chi comanda le istituzioni continentali, a quelle nazionali, passando per la maggior parte degli addetti ai lavori e per finire con il mondo della comunicazione. Perché un altro problema per cui il Milan viene costantemente attaccato, forse è questo. Dagli uffici di Casa Milan, non si mandano messaggini. Non si fanno favori a nessuno. Non si cercano sponde per smuovere le trattative. Non si spettegola dei fatti altrui. Non si rilasciano interviste salva vendite/click/ascolti. E questo, ovviamente, non piace a chi è abituato a lavorare così. E comporta che per ogni singola trattativa, anche non volendo infierire, si finisce per raccontare sempre l’altra faccia della medaglia. La metà raccontata dalla controparte, condita ovviamente a piacere. Con tesi, supposizioni e ricostruzioni totalmente incentrate nel mettere nel torto il Milan. Ecco perchè “succede sempre solo a noi”, come scrivono sui social. Ecco perchè “succede solo da quando è cambiata la dirigenza”. Sono questi, i famosi “errori di Furlani e Ibra”, che vengono fatti pagare e mascherati da critiche spesso vuote e campate in aria.
Prima i tifosi capiranno questo, prima saranno orgogliosi di tifare l’AC Schienadritta. Di Furlani e Ibrahimovic.
Che per la cronaca, perché poi stringi stringi, questo interessa:
1) Prenderanno l’attaccante verosimilmente in una settimana. Probabilmente Morata. Che dovrebbe, a quel punto, raggiungere la squadra negli Stati Uniti, a cavallo tra l’amichevole col Real Madrid e quella col Barcellona.
2) Continueranno a cercare una terza punta, probabilmente con caratteristiche diverse da Morata, per lasciare a Fonseca la libertà di giocare senza centravanti canonico, come spesso ha fatto in carriera.
3) Aspetteranno il domino del mercato di chi spende i soldi veri all’estero (Premier), per intervenire sulle migliori opportunità in uscita da chi brucia troppo in fretta il talento.
4) Procederanno a rinforzare il centrocampo, restando su un profilo di livello mondiale come Fofana e aspettando, senza assillo, la risposta di Rabiot.
5) Decideranno, su direttiva dell’allenatore, come far quadrare la difesa: con due giocatori, Kalulu e Saelemaekers, da poter provare in quel ruolo, non è detto che si proceda con il terzino destro. Anche perché Emerson Royal non convince del tutto, specie sulle cifre a rialzo del Tottenham.
6) Valuteranno qualsiasi occasione remunerativa in uscita, qualora dovesse presentarsi, ma senza impoverire la rosa.
7) Restano sereni sulle vicende dei rinnovi di Maignan e Theo, forte della volontà dei giocatori di rimanere al Milan e dei rispettivi entourage, di farla valere.
8) Proseguono a lavorare su Milan Futuro, avendo già una fortissima base di giovani visti in Primavera l’anno scorso (Raveyre, Simic, Eletu, Zeroli, Sia, Camarda), aggiungendo giusto qualche esperto che lotti alla pari fisicamente con la categoria e soprattutto pronti a impreziosire la rosa con qualche gioiellino under 21 da pescare nel mercato mondiale e da far crescere senza pressioni.
9) Lavoreranno in silenzio. Senza fare gossip.
Questo, il mercato rossonero ad oggi. E se volevate veramente fosse meno incomprensibile, eccovi serviti.
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