Hamilton è a tutti gli effetti una leggenda: prima del 2030, nessuno potrà spodestarlo. Ha fatto anche meglio di Schumacher
Il 7 gennaio ci saranno 40 candeline sulla sua torta di compleanno. Ma sarebbe sbagliato pensare che, a quest’età, abbia perso i riflessi e il guizzo che occorrono per affrontare piste insidiose e controllare un’auto che schizza sull’asfalto a tutta velocità. Lewis Hamilton è più in forma che mai. Motivato come sempre, razionale, lucido dal primo all’ultimo istante. E forse è anche per questo se, nei giorni scorsi, è riuscito a regalarsi il suo Gran Premio numero 104.
Una tenacia, la sua, che non possiamo dire di non aver mai visto, ma che di sicuro è assai rara. Chi lo ha preceduto, vedi Michael Schumacher, ma anche Fernando Alonso e Kimi Räikkönen, hanno fatto faville, proprio come lui. Con una differenza sostanziale, però, a fare da contorno ai loro successi. I campioni immortali che abbiamo appena tirato in ballo si sono concessi, di tanto in tanto, nel corso delle loro sfavillanti carriere, delle piccole pause. Hanno ‘rinunciato’ a qualche GP per ricaricare le pile, com’è giusto che sia per un atleta.
Hammer, invece, non ha mai fatto nulla di tutto ciò. Non ha avuto bisogno di fermarsi perché è correndo, paradossalmente, che si autoricarica, che trova l’energia di cui ha bisogno per andare avanti. E non ci sorprende affatto, al netto di tanta perseveranza, che sia finalmente riuscito a mettere il timbro sull’impresa numero 104 della sua carriera. Impresa che ha cercato a lungo, a volte sfiorato, ma che ha agguantato solo nella sua Silverstone, dove già aveva vinto per ben otto volte.
Leggendario Hamilton: lo dicono i numeri
Imporsi per la nona volta su quel circuito ha confermato tutto quello che già sospettavamo. Che Hamilton, cioè, è una leggenda con la “L” maiuscola. Perché tagliare un traguardo così a 39 anni e mezzo non è mai un successo fine a se stesso, tanto è vero che questo trionfo gli è valso, udite udite, un primato di cui andare fiero nei decenni a venire.
Ad oggi, Lewis è l’unico pilota di Formula 1 ad aver vinto in 16 stagioni diverse. Fino a questo momento ha condiviso il primato con l’indimenticabile Schumacher, ma adesso il trono è tutto suo. E, dati e numeri alla mano, è destinato a rimanere in vetta in totale solitudine per svariati anni. Qualcuno ha iniziato la scalata, vedi Max Verstappen, ma per un primato così occorrono pazienza e tempo, oltre che costanza.
Fino al 2030 almeno, quindi, non dovrà dividere il podio con nessuno. Perché solo i migliori meritano un posto in questa classifica, scorrendo la quale ci si imbatte in nomi di campioni leggendari del calibro di Stirling Moss, Carlos Reutemann, Gerhard Berger e David Coulthard. Mica noccioline.