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Calcio

Buongiorno alla luce del sole (di Napoli). Zirkzee e la tempistica. Chiesa fuori dai giochi

Alessandro Buongiorno alla luce del sole (di Napoli). Finalmente. Una trattativa che si chiude in tempi moderatamente brevi se pensiamo alle lunghe vasche fatte quando Cairo doveva cedere un gioiello del Torino. Finalmente soprattutto perché le 48 ore tra giovedì e venerdì sono state insopportabili. Una fioritura mediatica (per fortuna con le dovute eccezioni) per un interesse dell’Inter che è stata una blanda – blandissima – azione di disturbo. Invece, sembrava come se si fosse scatenata un’asta, con poco rispetto nei riguardi del club di De Laurentiis che eppure stava per sganciare oltre 40 bombe (bonus compresi). Massimo rispetto per Cairo, ma l’idea è sempre stata quella che stavolta – malgrado dichiarazioni opposte – non sarebbe riuscito a trattenere la sua bandiera. Ben oltre i discorsi del vice capitano che sta per diventare capitano, eventuali e varie. Quando per due o tre sessioni di mercato resisti agli assalti, la base era di 25 milioni più bonus, è praticamente impossibile respingere un’altra volta. Buongiorno va a Napoli perché Antonio Conte aveva segnato il suo nome in rosso, della serie “prendetemelo perché il secondo nome della lista viaggia a distanze siderali”. Avrebbero voluto portarlo alla sua corte vivo o morto (si fa per dire) perché lui ritiene che con Alessandro al comando la difesa del Napoli avrà un’impostazione subito chiara e uno spessore indiscutibile. Inutile disquisire sulla valutazione, ci sarà chi sosterrà che 40 milioni si spendono per un attaccante. Ma siccome il miglior attacco è la difesa, siccome soprattutto in Italia ci sono club che 40 milioni per uno specialista d’area non li mettono sul tavolo, facciamoci i fatti nostri e accogliamo – accogliete – il ragazzo per un’eccitante avventura. Buongiorno alla luce del sole e con tanti saluti al cinema montato per pochi intimi poco prima dell’ultimo weekend.

Vicenda Zirkzee. Non è importante che Ibrahimovic spieghi qualcosa di banale (“ormai è il passato”) e neanche troppo importante farne una questione di morale – in questo siamo Campioni del Mondo – sul particolare che non sarebbe stato deontologico spendere una cifra enorme per le commissioni. È molto più importante un’altra cosa: se il Milan era al corrente, non poteva essere diversamente, che sarebbe stato necessario pagare una cifra importante a Kia Joorabachian, per quale motivo ha perso tutto questo tempo e non ha virato subito su un altro obiettivo? Quando vuoi una cosa, e sai quanto costa, inutile insistere e avvicinarti se non hai intenzione di spendere la cifra che ti chiedono. Il Milan pensa, nel 2024, che sia necessario incassare il sì di tizio o di caio per portare a casa il risultato. Il Milan dovrebbe sapere che il sì non basta e che serve pagare la cifra giusta, come farà il Manchester United, altrimenti basterebbe un assenso oppure un consenso per fare la spesa migliore del mondo. Sinceramente non si capisce quale contributo stia dando Ibrahimovic al Milan e dove sia nascosto il famoso valore aggiunto che ci avevano prospettato. Morata è un ottimo attaccante, ma ha un’età e caratteristiche diverse da Zirkzee: nella vita quando si sceglie un obiettivo e l’obiettivo salta bisogna fare in modo che il secondo si avvicini almeno un po’ a quel tipo di identikit. La strategia del Milan è incomprensibile, ma probabilmente è un limite mio e chiedo scusa.

La storia di Federico Chiesa dovrà portare alla parola fine, almeno nelle intenzioni della Roma, in tempi rapidi. Il figlio d’arte non ha rifiutato i giallorossi, altrimenti gli uomini mercato dei Fridekin sarebbero andati velocemente su un altro obiettivo. Ma ha soltanto chiesto tempo per riflettere, forse (senza forse) perché la sua ambizione è quella di giocare la Champions. Lui sogna il Bayern che ha appena sondato. La Roma sarebbe la soluzione tecnica più logica, in assenza di altre idee competitive. E sul valore del cartellino – come già raccontato – non ci sarebbero corse al rialzo, a 20 milioni più 3 o 4 di bonus si potrebbe chiudere rapidamente. La Juventus ha già individuato da tempo in Sancho l’esterno offensivo ideale per ripartire, a patto che arrivi in prestito e sperando che nel frattempo qualcuno non rilanci sul cartellino, ma questo è un altro paio di maniche. Adesso sta a Chiesa decidere, magari un po’ prima delle sue imminenti nozze (auguroni). Per la Juventus, comunque vada, non sarà un problema: è fuori dai giochi.

Alfredo Pedullà

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