Motori

Hamilton fenomeno senza età, ma per rilanciare questa Ferrari servirà anche dell’altro

Troppo facile, davvero troppo, titolare e dedicare questo editoriale a Lewis Hamilton. Correndo il rischio di sembrar banale, quanto fatto dal sette volte campione del Mondo domenica scorsa a Silverstone è da catalogare sotto la categoria delle poesie automobilistiche.

Temperamento, intelligenza, velocità e tecnica, nella 104esima vittoria in carriera del pilota più titolato nella storia della Formula 1 c’è davvero tutto. C’è anche, e non proprio in quota trascurabile, la crescita di una Mercedes che ha rimesso, ormai e definitivamente, le cose a posto.

Lewis Hamilton (LaPresse) – Sportitalia.it

Gli aggiornamenti promessi ed aspettati si stanno concretizzando in un’escalation di rendimento tutt’altro che apparente: podio in Canada, podio a Barcellona, vittoria in Austria, pole position e vittoria a Silverstone. Questo il bilancio di un ultimo mese che ha restituito la frecce d’argento al grado di protagoniste di questo campionato. Auto e piloti, perché di fatto il binomio deve esserci e nessuno, tantomeno chi vi scrive, può pensare che senza una delle due componenti il risultato finale possa rivelarsi comunque il medesimo.

La speranza, è che lo stesso concetto sia chiaro e necessariamente condiviso anche in casa Ferrari. Prendere Hamilton è stata una manovra da copertina, tecnica tanto quanto mediatica, affiancargli un ormai sempre più probabile ingaggio di Newey, può essere il tassello giusto per sviluppare in parallelo e con grande qualità tanto la pratica quanto la teoria.

Tuttavia, l’ultimo mese disastroso post vittoria di Montecarlo ha profondamente rilanciato la convinzione che il talento di Lewis e la competenza di Adrian, da soli, rischiano di non bastare. I problemi strutturali, a tratti quasi esistenziali, di questa Ferrari lasciano minacciose ombre sottoforma di interrogativi su quello che potrà essere il futuro immediato.

frederic vasseur e charles leclerc(foto Ansa) Sportitalia.it

La rinascita Mercedes è solo l’ultima dimostrazione che da una situazione di difficoltà si può riemergere, a patto che si identifichi e condivida la strada giusta per farlo. La non regolarità del rendimento ferrarista, in questo senso, suona come un verdetto. I due exploit di questa stagione, in Australia e a Montecarlo, sono entrambi seguiti da altrettanti e vistosi cali di prestazioni. L’ultima doppia vittoria consecutiva, in sostanza lo stesso fatto da Mercedes nelle ultime due settimane, risale alla stagione 2022, esattamente due anni fa, quando Sainz vinse proprio a Silverstone e Leclerc gli fece eco una settimana dopo a Spielberg.

Quella è stata ed è sembrata l’ultima Ferrari con una parvenza di regolarità, nei successivi 24 mesi, eccezion fatta per qualche exploit, il grafico dei risultati è stato movimentato e quasi mai al rialzo. Non è neanche e troppo un problema di affidabilità, sembra esserlo molto di più a livello di gestione, fatto sta che qualcosa dovrà cambiare e portare Hamilton, da solo, evidentemente non basterà.

Filippo Gherardi

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