Un quadro delineato, una finale che con l’uscita del Brasile sembra quasi scontata. Eppure per Argentina e Uruguay le due semifinali di Copa America sono più insidiose del previsto. Manco a dirlo, l’albiceleste è ovviamente la favorita per il back to back dopo la vittoria di 3 anni fa, nonostante la prestazione e una qualificazione conquistata col brivido ai quarti con l’Ecuador. È proprio l’evidente passo indietro del team di Scaloni a preoccupare in vista della sfida al Canada, che a dispetto del risultato nella gara inaugurale, ha tenuto testa a Messi e compagni per più di un’ora. Le condizioni della pulce sono da valutare e saranno inevitabilmente determinanti. Con l’Ecuador, el diez, è stato assente giustificato da un problema all’adduttore che ha messo in forte dubbio la sua presenza. Il rigore sbagliato, non fa testo, le passeggiate in mezzo al campo e la poca incisività si.
Serve ritrovare il vero Messi, quello visto in parte nella fase a gironi, indipendentemente dal partner d’attacco, con il dubbio Julian-Lautaro che terrà banco fino a poche ore prima del fischio d’inizio. Poche incertezze invece per l’Uruguay del Loco Bielsa, che con la Colombia deve semplicemente riproporre quanto di buono fatto vedere fin qui. Aver fatto fuori il Brasile, è stata la ciliegina sulla torta di un percorso fin qui perfetto, quello della giovane Celeste, concreta ma anche bella da vedere. Con i Cafeteros però non si scherza, come appreso da Panama, andata a casa dopo i 5 schiaffi subiti. Con un James versione mondiale 2014, sognare è lecito…
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