Arriva il ritiro. Cerimonia commovente sul Centrale di Wimbledon - Sportitalia.it
La cerimonia d’addio sul Centrale dell’All England Club è stata un vero e proprio colpo al cuore: tifosi inconsolabili, è finita per il grande campione
Nessuna delle scelte che ha fatto a monte di questo Wimbledon è stata casuale. La decisione di evitare il singolare e di scendere in campo per il doppio, in coppia col fratello Jamie, aveva già lasciato presagire cosa potesse accadere sui verdi prati dell’All England Club. Così come, del resto, lo si era già intuito quando, nei giorni scorsi, aveva annunciato la volontà di disputare il doppio misto con la giovane promessa del tennis femminile, vale a dire Emma Raducanu.
Una sorta di passaggio di consegne, se vogliamo. Andy Murray sapeva già, insomma, che non avrebbe mai più rimesso piede in Church Road. Non da come protagonista, quanto meno, al massimo come spettatore. Eppure, nonostante tutti fossimo consapevoli del fatto che quel momento fosse ormai all’orizzonte, vederlo piangere sul Centrale di Wimbledon è stato un autentico colpo al cuore. Come lo è stato, d’altra parte, per i tifosi, inconsolabili al pensiero di aver “perso” un altro dei titani della vecchia guardia.
La cerimonia che gli organizzatori dello Slam hanno organizzato in suo onore è stato quanto di più commovente potessimo aspettarci in questa prima settimana del torneo. E a nessuno è importato, in fondo, che Rinky Hijikata e John Peers abbiano schiacciato i fratelli Murray: non era certo la partita, lo spettacolo più atteso di questa serata che, per forza di cose, è già passata alla storia.
L’ex numero 1 del mondo ha chiuso il cerchio (benché debba giocare ancora il doppio misto) sotto gli occhi commossi dei tifosi che hanno affollato il Centrale. Nonché sotto quelli dei suoi familiari, seduti nel box del campione e in lacrime proprio come Andy.
Un tennista che ha giocato finché ha potuto, anche quando le circostanze parevano disperate. Gli infortuni con cui ha fatto i conti nel corso della sua carriera non si contano sulle dita di una mano, eppure non ha mai neanche valutato l’idea di appendere la racchetta al chiodo. Almeno fino a questo momento. “Il tennis mi ha dato tantissimo. Avrei voluto giocare per sempre, ma non posso”, ha detto Murray, lasciandosi andare ad un pianto liberatorio che la dice lunga su come abbia provato con tutte le sue forze a resistere ancora un altro po’.
E le lacrime sono sgorgate a fiumi quando Novak Djokovic, che insieme al suo amico e collega scozzese ha fatto la storia del tennis, è comparso in campo per rendere il giusto tributo all’eroe di Glasgow. A plaudire c’erano anche Martina Navratilova e John McEnroe, Iga Swiatek e Tim Henman, Cameron Norrie, Jack Draper, Daniel Evans ed Holger Rune. Campioni di ieri e di oggi a raccolta per salutare una leggenda.
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