Koreanello, i licenziamenti e la realtà parallela dei social 

Ci saremo tutti, lunedì a Koreanello, come piace chiamarlo ai buontemponi dei social. Giornalisti e tifosi, il nuovo allenatore e la dirigenza rossonera: tutti per iniziare con serietà una stagione importante, lunga, difficile, che va presa con grande serietà. Sarà un’occasione per fare, tra microfoni accesi in conferenza e soprattutto spenti, dopo, un punto sullo stato dell’arte del rafforzamento rossonero. Ma se chi segue il Milan predica serenità, non lo fa perché siamo in Corea del Nord o perché chissà di chi siamo a libro paga. Semplicemente si ragiona sui fatti e non sulle illazioni. E oggi i fatti ci dicono che, dietro il caos aizzato per un click in più da alcuni, c’è un gruppo di lavoro che non ferma le sue analisi e le sue trattative, su più di una pista, in entrata come in uscita (no big).  Il tempo dei frutti è ancora lontano, ma non lontanissimo.

Eppure, sui social impazza il malcontento. Spesso in buona fede, cadendo nei trappoloni di un genere di comunicazione, altre meno, con lo spirito di fare i personaggi. Si parla di nuova Banter Era, di disastro, di dirigenza incompetente, di proprietà senza ambizione. Un quadro apocalittico completo, che ci proietta di nuovo a Mirabelli, Fassone e Yoghi Li, il profondo rosso di bilancio, il rischio di non iscriversi, la rosa zeppa di giocatori bolliti, scontenti o mediocri.  Poi invece, se qualcuno avrà il coraggio di uscire dalla caverna, si sentirà un alieno. Intanto, bilancio in attivo, vicino ai 20 milioni. Rosa con stelle acclarate a livello continentale, come dimostrato dal torneo in corso (quello della consacrazione di Tijani). Creazione della seconda squadra, completata. Iter per lo stadio più bello d’Italia che prosegue. Proprietà che continua a chiudere accordi di primo livello nel mondo della finanza mondiale. Dirigenza che chiude un mese si e uno no, un accordo di sponsorizzazione diverso. Ah, record di abbonamenti rinnovati. E anche di nuove maglie vendute. Dai, mica male sta Korea. Grazie Kim Forl-Un…

Nel frattempo nelle realtà felici, floride e da prendere ad esempio, un club licenzia 250 dipendenti per contenere i costi. E poi valuta di pagare 15 milioni di commissioni per un attaccante, dopo aver speso quasi 80 milioni per un altro attaccante, ancora più giovane, un anno fa. Chissà cosa si scriverebbe in Italia, se INEOS fosse RedBird. Che tirchione Cardinale… 

E allora, buona stagione ai primi 35mila di San Siro (in aumento ora dopo ora), quelli fuori dalla caverna. Arrabbiati e scontenti come lo era Ibra qualche settimana fa a Milanello. Ma sempre innamorati, propositivi e speranzosi. Perché il tifoso del Milan, la Curva insegna, dà prima di pretendere di ricevere. Dona in maniera incondizionata, senza trattenersi, senza strategie. Per loro, soffierà presto il vento forte della rivincita. Sul mercato, ma soprattutto, tra poco più di un mese, in campo.

Gestione cookie