Spalletti non è un selezionatore e dovrebbe dimettersi dal ruolo di Ct della Nazionale. Nessuno disconosce i meriti dell’allenatore soprattutto quando lavora in un club. Lo abbiamo apprezzato ovunque, in particolare al Napoli ma guidare una nazionale richiede qualità che Spalletti non ha. La frase che ha pronunciato dopo la mortificante eliminazione contro la Svizzera non consente appelli. È una resa. Come si fa a dire che molti giocatori sono usciti stanchi dall’ultimo campionato? Una vera assurdità. Non lo sapeva prima? Con la tecnologia medica a disposizione di tutti non sappiamo in che condizioni sono i giocatori? Ce ne accorgiamo adesso? E tutti gli altri calciatori che militano nel nostro campionato e fanno parte di altre nazionali perché non hanno accusato lo stesso problema? No, la verità è che Spalletti non ci ha capito nulla, ma proprio nulla, di come si conduce la Nazionale. Tutti i proclami enfatici della vigilia hanno creato aspettative esagerate e generato fumo. Aspettative che evidentemente hanno spiazzato gli stessi giocatori che dal secondo tempo contro l’Albania hanno smesso di seguirlo. Come se avessero staccato la spina dinanzi a tanta confusione, a tante parole e a troppi moduli. Sia chiaro che nessun giocatore esce bene da questo disastro perché perdere in modo così vergognoso contro la Svizzera non assolve nessuno. Però il papocchio è stato compiuto proprio nel momento in cui l’immaginazione del tecnico ha, di gran lunga, superato ogni volontà dei giocatori lasciandoli completamente in balia di se stessi. Oggi è troppo facile sostenere che siamo scarsi, ma non è così. Purtroppo il corto circuito fra tecnico e squadra ha reso ancora più esplosiva la situazione. Una distonia che è stata davvero tragica per i nostri colori. Ora bisognerebbe far scendere il conducente, prima che sia troppo tardi, ringraziarlo e nominare un nuovo Ct in vista dei mondiali. Soprattutto bisognerebbe avere il coraggio giornalistico, a fine partita, di domandare a Spalletti perché non presenta le dimissioni. In assenza di una curiosità così semplice e scontata è assolutamente inutile reggergli il microfono davanti alla bocca. Fa solo arrabbiare ulteriormente i milioni di italiani rimasti impietriti davanti alla tv. Questa non può essere considerata una semplice tappa, questa è, irrevocabilmente la stazione finale di un’avventura breve ma intensa. Non esistono altri dubbi. E insieme a Spalletti dovrebbe uscire di scena anche il presidente federale Gravina che ovviamente è coinvolto in prima persona e non da adesso nei fallimenti della nostra Nazionale.
Paolo De Paola