Italia, Gravina e l’ennesimo fallimento

Non uno, ma due: Gabriele Gravina e i rischi del mestiere. Prima la mancata qualificazione ai Mondiali nel 2022 con la sconfitta in semifinale play-off contro la Macedonia, poi il KO senza storie agli ottavi di finale di Euro2024 contro la Svizzera. Dal 2018 a oggi l’Italia non è riuscita a partecipare a due Mondiali consecutivi, nel mentre una vittoria storica degli Europei a Wembley nel 2021 contro l’Inghilterra.

Gabriele Gravina dovrebbe prendere esempio da Carlo Tavecchio, il suo predecessore. Il compianto ex presidente della FIGC, a seguito della mancata partecipazione dell’Italia ai Mondiali del 2018 in Russia, si dimise nel 2017. Una lezione che Gravina dovrebbe imparare… e chissà che non ci possano essere novità e risvolti dalla conferenza stampa in programma a Iserlohn, alle 12.30, dal ritiro azzurro.

Veniamo al commissario tecnico: Luciano Spalletti non è e non deve essere il solo capro espiatorio del secondo tracollo azzurro degli ultimi 6 anni della gestione Gabriele Gravina, considerando anche la fiducia datagli giorni addietro al tecnico di Certaldo. Il migliore sulla piazza! Così è stato definito. Con l’ex tecnico del Napoli che non ha nessuna intenzione di dimettersi, perché forte di un contratto con l’Italia fino al 2026 da 3 milioni di euro a stagione.

Ieri l’ennesimo fallimento del sistema calcio italiano: dalle scelte sui convocati ai quattro cambi di formazione in altrettante partite di Euro2024 che dimostrano come urge una vera e propria rifondazione. Ma dalle basi!

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