Nel prima gara del Gruppo B ci si aspettava una risposta convincente e una sterzata per allontanarsi dal pessimismo dilagante intorno all’Ecuador. Nella notte è arrivato tutto questo, con fragore, pur con qualche brivido. La Tri ha strapazzato la Giamaica, azzannando subito la partita con un’intensità soffocante. Kendry Paez illumina, Piero Hincapié spacca però l’equilibrio, con un cross deviato da Kasey Palmer che crea una traiettoria imprendibile per Jahmali Waite dopo 13 minuti. L’esatto incipit che si augurava Felix Sanchez dopo la sconfitta all’esordio. Gol quasi casuale, ma sintomo immediato di un dominio assoluto. Il raddoppio di Paez su rigore spiana la strada alla Tri, confermando una volta di più quanto al firmamento appartenga già la stella classe 2007.
La reazione rabbiosa della Giamaica arriva, nella ripresa, suggellata dal gol di Antonio – il primo storico dei Reggae Boys in Copa America – ma è spesso singhiozzante, tanto che grandi pericoli dalle parti di Dominguez non ne arrivano. Così, in pieno recupero, un altro gioiellino come Alan Minda sigla un tris che centra il mirino direttamente verso la gara con il Messico, decisiva per il cammino di entrambe.
L’amarezza sfiorata dopo il debutto degli uomini di Lozano, mascherata dai tre punti, si presenta con forza in California, dove il tricolore non brilla e cade con il Venezuela. Il solito e intramontabile Salomon Rondon sfiora prima il gol e poi su rigore trasforma, facendo decollare la vinotinto a 6 punti e contestualmente ai quarti, anche grazie ai guantoni di Rafael Romo che respingono il rigore di Pineda a 3’ dalla fine e tengono a galla il Venezuela. Con la Giamaica fuori, quindi, occhi puntati a Glendale, domenica notte, perché all’Ecuador basta un punto contro il Messico per prendersi un posto tra le migliori 8.