La spocchia avuta in conferenza prima di affrontare la Spagna, Luciano Spalletti l’ha lasciata in hotel. Adesso si gioca con il fuoco. Stasera con la Croazia non si può più sbagliare e, ovviamente, ci sono tutte le combinazioni per accedere agli ottavi di finale. Il minimo. Commentare la prestazione con la Spagna ormai non ha più senso. Abbiamo già dato. Però, in vista di questa sera, dobbiamo ricordarci alcune cose che servono come spunti per il futuro. Non siamo l’Italia Campione per merito ma per caso. Non siamo i più forti e anche se lo fossimo stati tanta arroganza non porta da nessuna parte. Spalletti ha scritto la storia a Napoli ma quell’azzurro era diverso rispetto a quello di oggi dove ancora non ha dimostrato nulla. Un basso profilo forse ci farebbe più gioco. Siamo superiori alla Croazia? Forse sì ma non siamo certi. L’obiettivo di questa Nazionale è abbastanza chiaro: se usciamo troppo presto sarebbe un fallimento totale, se arriviamo almeno ai quarti abbiamo fatto il nostro. Il problema, però, resta. Manca il ricambio generazionale e anche se le Under sotto vincono e fanno bene a noi non è riuscito il passaggio qualitativo da giovani a grandi. Perché? Semplice. Le regole non aiutano i nostri giovani a crescere e anche se li abbiamo forti, arrivati nei top club dove il livello si alza, molte volte spariscono per dare più spazio a stranieri o a calciatori più pronti. Il problema parte dalle categorie inferiori. Voi direte ma cosa importa alla Nazionale di un regolamento che vale per serie C e serie D? Invece è dal serbatoio che bisogna far partire la rivoluzione. Le regole degli Under in C e D stanno ammazzando tantissimi calciatori che sanno quando partono ma non sanno se e quando arrivano. Per non parlare dei settori giovanili.
Nel frattempo i tifosi dell’Inter iniziano a capire che non ci si può fidare di chi ha tradito una maglia e un popolo. Il calciatore non si mette in discussione ma Calhanoglu ha ampiamente dimostrato di essere un infedele calcistico. Chi tradisce una volta, tradisce anche la seconda. I tifosi devono capire che bisogna tifare di più la maglia e meno i calciatori che pensano a soldi e carriera. Poi se gli conviene saltano sotto la Sud e se arrivano più soldi dalla Nord saltano sotto la Nord. Il Bayern Monaco si è fatto avanti per il turco ma due settimane fa l’Inter ha risposto picche. Resta qui, non si muove, è un simbolo di questa nuova Inter. Peccato che, fregandosene del pensiero del suo club, Calhanoglu abbia dato l’ok al suo agente a continuare a trattare con i tedeschi. L’amore per l’Inter potrebbe finire velocemente come finì al Milan. Bisogna sempre diffidare da chi passa da una sponda all’altra. Ora vedremo se l’Inter porterà avanti questo braccio di ferro oppure farà morire lentamente la trattativa facendo passare il turco come l’uomo che in testa ha solo l’Inter e non vuole lasciare la Pinetina perché da bambino sognava solo Ronaldo, Recoba e Vieri.
In chiusura la Juventus. Giuntoli, finora, è quello che si è mosso di più. Grandi operazioni nascoste, altre alla luce del sole. Saranno giorni frenetici per il direttore bianconero che non avrà il tempo di aprire l’ombrellone o di fare un bagno. Problemi suoi. Lo scorso anno guardava, quest’anno agisce. Grandi operazioni per Giuntoli, consapevole che non sarà facile ricostruire la nuova Juventus. Rabiot, però, rischia di rappresentare un problema. La sua permanenza non è scontata ma perdere il francese significherebbe perdere mezzo centrocampo. Negli anni è cresciuto tantissimo ed era una delle poche certezze di Allegri. Una soluzione va trovata, altrimenti la Juventus rischia di indebolirsi in una zona delicatissima del campo. Gli acquisti fatti o quasi fatti lasciano ben sperare e anche le notizie che arrivano sulle uscite confermano che Giuntoli ha capito bene quale fosse il male della Juve ed è pronto ad intervenire per migliorare la squadra.
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