L’Europeo ci avvolge e ci coinvolge. Il calcio, nella sua essenzialità, ha prima portato in cielo Spalletti e adesso lo smonta pezzo per pezzo rinfacciandogli la sua filosofia. Caro mister, siamo tutti favorevoli alla “bellezza” del gioco, ma ci sono momenti in cui bisogna attendere la giusta luce per poterla apprezzare. In questo momento siamo al buio. Speriamo di uscirne con una vittoria convincente e non con un pareggino timido contro la Croazia. Bisogna mangiarsi le paure per ritrovare sicurezze e qualità. Quella qualità che il Napoli ha espresso compiutamente proprio grazie a Spalletti. A proposito di Napoli registriamo con sorpresa le parole di Luigi De Laurentiis, presidente del Bari, nei confronti del padre Aurelio, presidente del Napoli. Il figlio sostiene che il padre dica “cazzate”. Spiega Luigi: “A volte debbo convivere con le cazzate di mio padre…”. Poverino. E poi, ancora: “Ovviamente quando entra nella mia sfera lavorativa, dopo tanto impegno, diventano dei danni…”. Ci domandiamo, umilmente, chi abbia messo in quella “sfera lavorativa” il buon Luigi De Laurentiis. Ora, si potrà dire tutto ad Aurelio De Laurentiis, ma un figlio che nasce con la buona sorte di avere un padre tanto ricco quanto generoso nell’inserirlo negli affari di famiglia dovrebbe solo ringraziare quel padre e rendersi conto che non tutto è “dovuto” nella vita e che tantissimi altri figli non hanno la stessa fortuna di sedersi a tavole così imbandite grazie a un proprio genitore. Per carità, sarà anche il linguaggio moderno di un giovane, ormai quarantacinquenne, ma il contegno indicherebbe un linguaggio che manifesti solo gratitudine. L’alternativa non esiste, se non un bel silenzio. Oppure c’è un altro modo per evitare di subire “le cazzate” del padre: separarsi dagli affari in comune. Prendere altre strade. Siamo sicuri che De Laurentiis figlio sia dotato di ottime qualità manageriali e che eserciti con bravura il suo ruolo nelle aziende di famiglia, ma lasci ai giornalisti il compito di sottolineare gli aspetti spesso contraddittori nelle esternazioni pubbliche del suo effervescente padre che, ricordiamo, è il miglior presidente del calcio italiano quanto a produttività aziendale. Nessuno sa guadagnare così tanto e vincere con i conti in perfetto ordine in serie A. Un figlio che prende le distanze dal suo genitore dopo aver ricevuto tanto da quel genitore suona un po’ stonato. A meno che non sia d’accordo col padre anche in queste “prese di distanza”. Non ci sorprenderemmo di certo di cotanta istrioneria. Questo è il calcio, bellezza. Cazzata più, cazzata meno.
Paolo De Paola