Due lampi di Leo. E l’Argentina è sempre la stessa. Da Doha a Atlanta, 11960 km. Ma non è cambiato esattamente nulla. Tre stelle sulla maglia, una sola in campo. Messi non illumina con costanza. Sbaglia addirittura due gol, cosa impensabile. Ma poi, quando si accende, manda in porta sia Julian Alvarez che Lautaro Martinez. 2-0 e fine delle discussioni.
Anche davanti a un Canada ben organizzato, ma poco incisivo. Un piccolo miracolo tattico firmato Jesse Marsch. L’americano per un tempo la incarta a Scaloni. Poi però, sul collettivo e il sacrificio ha la meglio sempre la classe. E così Leo dipinge, gli attaccanti mettono la firma. Notizia super positiva per Scaloni. Il ballottaggio lì davanti può andare avanti con un 1-1, tra l’Arana e il Toro. Ciò che invece ha funzionato poco per la Scaloneta è stato sicuramente Angel Di Maria, che sente il peso degli anni. Sbaglia un gol già fatto. E in generale è sempre poco coinvolto nella manovra.
La Selección cambia volto con Lo Celso in campo al suo posto. Ed è uno spunto da tener presente in prospettiva Cile. Martedì notte, a East Rutherford, sarà già ora di guadagnarsi il pass per i quarti, per rendere quella contro il Perù solo una passerella utile a chi vorrà mettersi in mostra. Da Garnacho a Nico Gonzalez, anche lì, i candidati non mancano. In questa Seleccion, nonostante l’intoccabile 10, c’è comunque spazio per tutti.
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