La Copa America ai raggi X – E’ la grande occasione dell’Ecuador

Per parlare dell’Ecuador alla prossima Copa America, non solo è giusto partire dal menzionare l’Independiente del Valle, club di Sangolquí, autentica fucina di talenti e modello di un certo modo di lavorare con i giovani, ma sarebbe proprio ingiusto non farlo. Per capire l’importanza dello sviluppo che questo club ha fatto nell’ultima decade infatti basta elencare tutti quei giocatori della squadra scelta da Felix Sanchez che sono stati cresciuti, valorizzati o che semplicemente sono transitati per questo club: Moises Ramirez, Hincapie, Willian Pacho, Joel Ordonez, Jackson Porozo, Angelo Preciado, Moises Caicedo, Jose Hurtado, Carlos Gruezo, Joao Ortiz, Alan Franco, Kendry Paez, John Yeboah, Janner Corozo, Alan Minda e Kevin Rodriguez, 16 giocatori su 29 totali.

E la bontà del lavoro fatto dall’Independiente del Valle è valorizzata dal tipo di aspettativa che circonda quella che viene considerata come la rosa dell’Ecuador più forte di sempre nella propria storia. Aspettative per cosa? Per dire la propria, per stupire e, stavolta, magari andare un po’ più avanti del girone e dei quarti.

Sono frasi forti e “titoli” i nostri, null’altro, per ora. Perché una volta lasciate da parte le suggestioni, i valori dei cartellini e dei maxi trasferimenti cui abbiamo assistito in questi anni, arriva la realtà, la storia e ciò che si vede in campo. Verso Felix Sanchez c’è divisione in Patria. Già al suo arrivo non c’era grande entusiasmo, avendo appena concluso con il Qatar quella che è stata la peggiore campagna di una Nazionale ospitante ad un Mondiale. Certo, non è che ci si potesse aspettare poi molto da una squadra che era lì solamente in quanto Paese organizzatore, insomma grazie a tutti gli investimenti economici fatti per il calcio, però 3 sconfitte con 1 sola rete realizzata e 7 subite, non hanno lasciato spazio ad appelli o aspetti positivi da considerare. A convincere la Federazione però è stato chiaramente tutto il lavoro fatto prima, fino a lì, dal tecnico, per aiutare il movimento locale a crescere partendo dalle fondamenta, dai giovani.

A livello di risultati ottenuti con l’Ecuador, a Felix Sanchez non gli si può dire molto. E’ alla guida della Tricolor da un anno e 3 mesi, limitandosi alle partite ufficiali nelle qualificazioni ai Mondiali 2026 ha collezionato 3 vittorie, 2 pareggi ed una sola sconfitta, contro i Campioni “di tutto” dell’Argentina, è in piena corsa per partecipare alla prossima manifestazione iridata. 9 vittorie, 2 pari e 4 sconfitte il bilancio totale guardando anche le amichevoli.

Ciò che lascia dubbioso qualcuno è anche il fatto di aver dato così tanto talento proprio nelle sue mani ed il modo con cui il tecnico sembra voler cercare la via del gol. L’Ecuador ha tante bocche di fuoco in avanti, conta su giocatori di grande velocità e tecnica, ma anche dietro ha molte alternative e giocatori ampiamente affermati in Europa come Hincapie e Pacho. Forse approfittando di questo, l’Ecuador di Felix cerca la via della rete e della vittoria sfruttando soprattutto gli spazi ed il contropiede. Non per niente nelle qualificazioni ai Mondiali fino ad ora la Tricolor ha realizzato appena 5 reti in 6 match, subendone per contro soltanto 3, nonostante abbia già affrontato avversarie di livello come Cile, Colombia, Uruguay ed Argentina appunto. Il sistema di gioco per  il quale sembra voler optare è quello del 4-2-3-1, ma ha usato spesso anche la difesa a 3.

Non solo l’aspetto tattico però lascia cauti i tifosi, ma anche quello mentale. Vuoi per la giovane età delle tante stelle in rampa di lancio, vuoi per la scarsa tradizione di questa Nazionale, ci si chiede anche e soprattutto come sarà la tenuta della pressione di questo gruppo ad un appuntamento in cui da tante parti viene indicata come la possibile sorpresa del torneo. Nelle ultime 9 edizioni della Copa America, in 7 l’Ecuador è uscito ai gironi. La finale non l’ha mai raggiunta, due volte invece è arrivato quarto, massimo risultato di sempre (nel 1959 e nel 1993).

Questi i dubbi, che sono però solamente lo sfondo di un ottimismo, una eccitazione ed una voglia di vedere all’opera una rosa che è davvero costellata di giocatori in giro per tanti grandi club d’Europa. Ottimismo avvalorato dal fatto che l’Ecuador ha avuto discreta fortuna nel sorteggio. Messico, Venezuela e Giamaica le avversarie da superare per arrivare ai quarti di finale, eguagliando già il massimo risultato raggiunto negli ultimi 31 anni. Un passo alla volta è anche il mantra del ct in queste settimane, che predica calma e cerca di togliere quanta più pressione che può dai propri ragazzi. Prima arriviamo ai quarti, che non sarà facile: questo il messaggio, condivisibile, anche se non è così scontato dire chi sia davvero la favorita del gruppo B, fra il Messico e l’Ecuador.

Portieri: Hernan Galindez (Huracan), Alexander Dominguez (LDU Quito), Moises Ramirez (Independiente del Valle).

Esperienza al potere in porta: Alexander Dominguez ha 37 anni, è alla sua sesta Copa America ed ha messo la freccia su Hernan Galindez. Quest’ultimo, anche lui trentasettenne, è in forza all’Huracan ed era stato il prescelto di Gustavo Alfaro ai Mondiali, ma paga l’ottimo momento di forma del collega di reparto, che nel ciclo di Sanchez non è mai stato in discussione. Dominguez in Patria è soprannominato Dida, per la somiglianza con l’ex portiere rossonero ed in carriera aveva cominciato come attaccante. E’ molto amato sia dai tifosi della Nazionale, che da quelli della Liga de Quito: toccherà a lui guidare la difesa.

Alle loro spalle cresce Moises Ramirez, 23 anni, che ha già fatto una esperienza in prestito alla Real Sociedad in Spagna prima di tornare alla base in questa stagione all’Independiente.

Difensori: Piero Hincapie (Bayer Leverkusen), William Pacho (Eintracht Frankfurt), Felix Torres (Corinthians), Joel Ordonez (Club Bruges), Andres Micolta (Pachuca), Jackson Porozo (Troyes), Layan Loor (CD Universidad Catolica), Jose Hurtado (RB Bragantino), Angelo Preciado (Sparta Prague).

Non ci saranno esperimenti per il leader indiscusso della difesa, Piero Hincapie. Formatosi anche lui nella sapiente scuola dell’Independiente del Valle, Hincapie ha appena vissuto l’incredibile stagione del Bayer Leverkusen come uno dei protagonisti assoluti e Xabi Alonso ha premiato la sua duttilità, schierandolo in differenti posizioni. Contro la Roma ed anche in taluni casi in Bundesliga, non solo è stato adattato come terzino sinistro di una difesa a 4, ma addirittura come quinto di centrocampo. Mancino naturale, la sua posizione prediletta è anche quella in cui lo vedremo agire in Copa America, ovvero come terzo di sinistra nella linea a 3 oppure come centrale sinistro in quella a 4.

A far coppia con lui per ergere il muro ci sarà Willian Pacho, altro giocatore affermatosi precocemente in Bundesliga, nel suo caso all’Eintracht, grazie al suo strapotere fisico unito all’abilità in impostazione. Entrambi hanno appena 22 anni. L’assenza dell’infortunato Estupinan a sinistra garantirà probabilmente spazio alle spalle dei sopracitati difensori a Felix Torres, che viene schierato in accoppiata con Pacho quando Hincapie viene dirottato a sinistra, oppure come secondo braccetto della linea a tre. Il ventenne talentuoso Joel Ordonez scalpita, è già stato prelevato dal Bruges ed è il primo rincalzo davanti a Jackson Porozo, che di anni ne ha 23 e che avrà meno spazio.  Andres Micolta completa il roster di centrali, con la sua fisicità di 193 centimetri garantisce ricambio.

A destra occhio ad Angelo Preciado dello Sparta Praga. 26 anni, anche lui prodotto dell’Independiente del Valle, è atteso ad una grande competizione per confermare quanto di buono si dica su di lui, come terzino abile a spingere e nell’uno contro uno. Jose Hurtado primo rincalzo di Preciado, mentre a sinistra quando non viene schierato Hincapie, è Layan Loor a farne le veci.

Centrocampisti: Carlos Gruezo (San Jose Earthquakes), Moises Caicedo (Chelsea), Alan Franco (Atletico Mineiro), Jose Cifuentes (Cruzeiro), Joao Ortiz (Independiente del Valle), Kendry Paez (Independiente del Valle), Jeremy Sarmiento (Ipswich Town), John Yeboah (Rakow Czestochowa), Angel Mena (Leon), Alan Minda (Cercle Bruges), Janner Corozo (Barcelona S.C).

Cominciamo a fare sul serio a livello di nomi sui quali ci sono grandi aspettative. Moises Caicedo è il nono calciatore più costoso di tutti i tempi ad oggi, ha vissuto una stagione altalenante al Chelsea, ma rimane uno dei giocatori dai quali ci si aspetterà di più in questa Copa America. L’interpretazione delle partite da parte della squadra è da capire, perché la creazione di gioco da parte del centrocampo è uno dei punti contestati dalla critica.

Kendry Paez è alla sua prima grandissima vetrina per mettersi in mostra di fronte al mondo. Quanta curiosità di vederlo a questo livello, dopo tutto quello che ha fatto già vedere all’Indipendiente del Valle: il suo posto è sulla trequarti nel 4-2-3-1 di Felix Sanchez, il futuro trasferimento milionario al Chelsea è il biglietto da visita di un ragazzo che si pensa dovrà abituarsi a certi palcoscenici. La sua tecnica, l’abilità a fraseggiare nello stretto ed anche il suo tiro da fuori saranno una delle armi principali dell’Ecuador. E’ forse, a livello di aspettative, il più grande prospetto in ottica futura di tutto l’Ecuador.

Alan Minda è l’altro nome in rampa di lancio che più sta attirando l’attenzione degli addetti al lavori. A 21 anni si è imposto al Cercle Bruges realizzando 8 gol e 7 assist al primo anno in Europa: vedremo se Felix Sanchez lo utilizzerà sempre dal primo minuto, il suo posto è a sinistra, anche se il ct lo ha schierato pure come punta centrale.

Alan Franco, Joao Ortiz e Carlos Gruezo i tre nomi per fargli “compagnia” in mediana a Caicedo, in base anche al sistema di gioco prescelto. Gruezo parte come sfavorito, Ortiz sembra il più indicato quando sceglie la mediana a due. Jose Cifuentes completa il gruppo dei centrali per dare più scelta al ct. Janner Corozo è la sorpresa assoluta fra le convocazioni del ct, che ha sfruttato l’allargamento delle rose a 29 giocatori per chiamare un altro esterno d’attacco, che a 28 anni aveva vestito la maglia della nazionale soltanto in altre 3 occasioni. Gioca nel Barcelona Sporting Club e ritrova la casacca ecuadoregna dopo 3 anni dall’ultima volta.

Jeremy Sarmiento è un altro giocatore che ha incrociato un esperto di talenti come De Zerbi, che in questa stagione lo ha mandato a crescere in Championship. Rientrato anzitempo dal prestito dal West Bromwich, è stato girato all’Ipswich Town a gennaio ed in totale il ventiduenne ha collezionato 6 reti e 2 assist. Sanchez lo schiera a sinistra, adattandolo come punta quando manca Valencia. Dalle amichevoli di marzo infine il tecnico ha cominciato a chiamare John Yeboah, in forza al Rakow Czestochowa in Polonia ed in possesso del doppio passaporto tedescoecuadoregno. Allunga la lista di giocatori a disposizione come attaccanti esterni a destra ed ha trovato subito spazio da titolare, realizzando anche 2 reti in 3 partite (contro Italia ed Argentina è rimasto in panchina). Dal suo arrivo è messa più in discussione la titolarità di Angel Mena, che viene ora anche adattato a sinistra all’occorrenza o sulla trequarti. A 36 anni Mena, oggi in forza in Messico, è capace di adattarsi ai ruoli meno congeniali ai più giovani compagni: insieme a Valencia, Dominguez e Galindez, è uno dei veterani della squadra e chioccia per i tanti giovani.

Attaccanti: Enner Valencia (Internacional), Kevin Rodriguez (Royale Union Saint-Gilloise), Jordy Caicedo (Atlas).

Se i tanti talenti in rampa di lancio si stanno prendendo riflettori, copertine e aspettative, Enner Valencia è la certezza assoluta di questa Nazionale, il capitano, il giocatore con più presenze (85) e gol (41) di tutti con la Tricolor. A 34 anni oggi gioca nell’Internacional in Brasile, la sua esperienza europea e la sua carriera, in particolare per ciò che ha trascorso in Premier League, lo rendono il riferimento centrale in attacco.

Jordy Caicedo la prima alternativa “di ruolo” a Valencia: gioca all’Atlas, in Messico, ha 26 anni e appena 3 gol all’attivo. Di recente, nell’amichevole vinta contro la Bolivia, è tornato al gol dopo più di due anni di assenza dal tabellino con la Nazionale. Sia lui che Kevin Rodriguez, ventiquattrenne dell’Union SG, sembrano meno pronti a rendere in una squadra chiamata a stupire ed infatti prima di ricorrere a loro, il ct adatta centrocampisti offensivi nella posizione di attaccanti.

Vediamo ora la lista completa dei convocati per la Copa America:

Portieri: Hernan Galindez (Huracan), Alexander Dominguez (LDU Quito), Moises Ramirez (Independiente del Valle).

Difensori: Piero Hincapie (Bayer Leverkusen), William Pacho (Eintracht Frankfurt), Felix Torres (Corinthians), Joel Ordonez (Club Bruges), Andres Micolta (Pachuca), Jackson Porozo (Troyes), Layan Loor (CD Universidad Catolica), Jose Hurtado (RB Bragantino), Angelo Preciado (Sparta Prague).

Centrocampisti: Carlos Gruezo (San Jose Earthquakes), Moises Caicedo (Chelsea), Alan Franco (Atletico Mineiro), Jose Cifuentes (Cruzeiro), Joao Ortiz (Independiente del Valle), Kendry Paez (Independiente del Valle), Jeremy Sarmiento (Ipswich Town), John Yeboah (Rakow Czestochowa), Angel Mena (Leon), Alan Minda (Cercle Bruges), Janner Corozo (Barcelona S.C).

Attaccanti: Enner Valencia (Internacional), Kevin Rodriguez (Royale Union Saint-Gilloise), Jordy Caicedo (Atlas).

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