L’Inghilterra vince, ma non convince. Ciò che ambiente, stampa e addetti ai lavori temevano oltremanica s’è ancor più agevolmente tramutato in realtà. Come volevasi dimostrare. Una vittoria per incanalare il gruppo C d’Euro 2024 sui binari giusti, sin da subito, fondamentale. Senz’altro. Considerando il pari tra Danimarca e Slovenia e quanto possa pesare, in termini d’ottavi e forse pure abbinamento quarti, centrare un primo posto del raggruppamento che, materiale organico a disposizione, deve rappresentare il minimo indispensabile.
SOLO BELLINGHAM
Vittoria di misura sfruttando una Serbia lontana dalle sue potenzialità. Una Serbia, per larga parte del primo tempo, tra l’altro particolarmente deludente. Bene, benino il primo tempo dei Tre Leoni. Calcio basico a sfruttare le pochissime chance create. Capitalizza l’uomo del momento, naturalmente Jude Bellingham, che si prende le copertine e consegna d’inserimento i tre punti all’Inghilterra. Secondo tempo invece completamente negativo, deludente. Di rimessa. A rischiare. Ancora una volta Tre Leoni protagonisti di una delle partite più noiose d’avvio di un Europeo. E se l’unico a brillare resta la stella madridista c’è qualcosa che non quadra. Che non può quadrare. Non quadra proprio l’Inghilterra.
SOUTHGATE
Prima convocazioni discutibili, poi scelte finali per i 26 Uefa ancor di più. Ieri, ancora una volta, scelte tecniche ancor più ardue da comprendere. E l’idea di calcio resta basica. Mentre assistiamo a commissari tecnici sempre più allenatori, si veda a ciò che propongono signori come Nagelsmann o Spalletti, l’Inghilterra offre ben poco. Gareth Southgate, ormai alla quarta edizione di una manifestazione internazionale, offre calcisticamente ben poco. Tra i connotati che dipingono contemporaneità del calcio moderno, specialmente quest’anno, assistiamo a sistemi fluidi, eclettici: in base ai principi scelti e sviluppati, tra possesso e non possesso sempre più squadre cambiano schieramenti, posizioni. Nell’Inghilterra si vede ben poco di tutto questo: concetto completamente azzerato. Semplice 4-2-3-1 con 6 calciatori a trazione particolarmente difensiva (e non è nemmeno catenaccio tosto, compatto o roccioso, ndr) e 4 funamboli, scelti lontano dalle loro posizioni migliori, chiamati a vincere da soli.
SCELTE DISCUTIBILI
Dunque l’Inghilterra vince ma non convince. Perché? La presenza di Saka può scombinare piani. Phil Foden, costretto a sinistra, strozza le sue qualità: ciò che si temeva, ieri sera puntualmente realtà. Votato miglior giocatore dell’anno in Premier, tra tagli, filtranti e conclusioni dalla sua mattonella del centrodestra, dirottato a sinistra è risultato evanescente. Prestazione peggiore della sua annata. Prevedibile. Per tutti, tranne che per il commissario tecnico. Che ha scelto di convocare la sua miglior freccia di destra per farlo giocare a sinistra. Al posto di chi, miglior freccia di questi anni a sinistra come Marcus Rashford, pensate bene, non è stato nemmeno convocato. Con palleggiatori del genere Harry Kane è costretto a far soltanto la punta, movimenti che strozzano la sua immensa qualità: venire incontro e pescare inserimenti altrui, piedi e visione da 10.
CRUCCIO TRENT
Per trovar sistemazione ad Trent Alexander-Arnold, più che scegliergli un posto a sinistra per Trippier, l’esperimento in mediana al fianco di Rice non funziona. Non ha funzionato. Spacca ulteriormente la squadra in due blocchi: come detto, uno da sei ed uno da quattro. In panchina tra l’altro centrocampi e frecce offensive che meriterebbero ben più spazio: Callagher e Mainoo per sprigionare mediana, gente come Palmer, Eze o Gordon davanti che per caratteristiche offrirebbero sfumature differenti, più consoni agli elementi migliori in rosa. Invece, soprattutto gli ultimi due che avrebbero potuto risolvere il problema Foden (parlarne in termini di problema resta paradossale, ma in tali scelte..tant’è) ieri sera semplici spettatori non pagati. Fuorché Bellingham, steccano tutti. Ecco perché la prima uscita ufficiale britannica in quel di Germania 2024, fuorché risultato, va considerata particolarmente deludente. Proprio per le premesse che si temevano. Se si vuole provare ad arrivare fino in fondo, lassù, serve ben altro.