Nella pattuglia di favorite dell’Europeo, che vede valori molto livellati tra Germania, Portogallo, Francia e Inghilterra, sono i vicecampioni del mondo a prendersi la palma di candidati principali alla vittoria.
Perché va bene l’equilibrio di valori, ma la rosa è troppo più di tutti dappertutto. Direte: ma era così anche a Euro2020, e guarda com’è finita ingloriosamente agli Ottavi. Appunto: la lezione è stata preziosamente appresa. Nel frattempo una squadra formidabile è persino migliorata, Mbappé è diventato nettamente il miglior giocatore al mondo, e soprattutto hanno anche perso un’altra finale. In fondo parliamo di una squadra che solo 6 anni fa si laureava campione del mondo, eppure è talmente più forte delle altre che aver perso nel frattempo due finali nel 2016 e nel 2022 la rende quasi incompiuta e sicuramente affamata, perché è una generazione tale da essere obbligata ad andare a caccia almeno di un altro titolo (che peraltro manca dal 24 anni).
La seconda forza sarebbe l’Inghilterra, completa, ormai abituata a grandi risultati, con un gran ricambio generazionale, ma ovviamente mai vincente e dunque ancora più motivata. L’unico suo problema è la Francia, anche per arrivarci in finale, perché se tutto va come deve andare e passano da prime, sarà in semifinale che si scontreranno. E allora l’altra finalista in quel caso può provenire da Germania-Portogallo: la freschezza della Germania è stata prorompente contro la Scozia, ma i rivali erano tra i 2/3 meno attrezzati dell’Europeo. Però è proprio quell’iniezione di fiducia che una squadra giovane abbisogna. Forse potrebbero farsi prendere troppo dall’entusiasmo, e di fronte ai problemi Nagelsmann tende alla cocciutaggine. Il Portogallo è una cornucopia che non si esaurisce mai, e più maturo rispetto a 2 anni fa. La mancanza di pressione potrebbe favorirli nell’abbrivio della semifinale contro i padroni di casa. E le altre? La Spagna gioca bene ma forse ha ancora troppe incognite di squadra. L’Olanda avrebbe tutto per essere la sorpresa principale, ma il calendario è infame, e non dovrebbero arrivare oltre i Quarti.
Possibili ottavi: Spagna-Georgia, Germania-Serbia, Portogallo-Italia, Olanda-Ucraina, Belgio-Danimarca, Francia-Turchia, Inghilterra-Romania, Svizzera-Croazia.
E noi?
L’Italia si gioca mezzo Europeo già oggi con l’Albania: metteremmo la firma per prendere 1 punto contro Croazia e Spagna, oggettivamente la nostra ambizione è il secondo posto, che ci regalerebbe un Ottavo probabilmente contro la Svizzera e un eventuale Quarto contro l’Inghilterra. Ma l’importante è qualificarsi, anche da migliore terza, e per questo non vincere contro l’Albania vorrebbe dire essere quasi fuori. Anche perché negli altri gruppi le possibile migliori terze sono candidate a fare più punti che da noi, visto che non avranno due pesi massimi di fronte come Spagna e Croazia. L’Albania ci aspetta con il coltello tra i denti in una delle due partite più importanti della loro storia. L’allenatore Sylvinho ha confidato che farà leva sulla paura dei favoriti di non farcela, aspetto che ha conosciuto quando nel 2018 era assistente di Tite nel Brasile, e pareggiarono all’esordio contro la Svizzera.
Noi abbiamo un buon XI ma pochi cambi. E soprattutto ha stupito da parte di Spalletti addirittura questa incertezza sul modulo fino a 48 ore dall’inizio: ho memoria di calcio vissuto dal 1988, e mai ricordo addirittura dubbi sul modulo fino a 2 giorni dal debutto assoluto. Di solito Spalletti non va per mezze misure: o fa un lavoro fantastico, o (poche volte a dire il vero) si fa portare via dai dubbi. Vedremo in che lato della storia finiremo, ma ciò che è certo è che quando la qualità è così limitata, la differenza la fa la capacità di sacrificio del gruppo. Il riferimento è a quell’Italia del 2016 di Conte, capolavoro di abnegazione e umile ferocia. Non ha altra via Spalletti che passare attraverso quello.