Il Napoli è pronto a ripartire da zero, o forse anche meno. Una stagione disastrosa, più che deludente: nessuna aspettativa rispettata e uno scettro lasciato troppo presto. La formazione azzurra termina al decimo posto in classifica, e saluta in modo poco dignitoso questa stagione che ha certificato un’assenza di carattere e qualità.
E pensare che, a parte qualcuno, gli interpreti sono gli stessi che l’anno scorso hanno conquistato lo scudetto. Sintomo che questi calciatori non erano campioni lo scorso anno e non sono diventati, all’improvviso, pedine sostituibili. Ma è chiaro che qualcosa è cambiato, campioni non possono esserlo perché questa involuzione mentale non dovrebbe mai accadere, soprattutto se soltanto dodici mesi fa c’era lo scudetto cucito sul petto. Ora spazio al futuro che non ammette ulteriori disastri.
Ecco adesso Antonio Conte. Il maestro delle panchine bollenti, colui che nel corso della sua carriera ha trovato situazioni disastrate e si è sempre rialzato, o quasi. Questa sfida, però, pare essere ancora più complicata. Il tecnico salentino, mercato a parte, dovrà lavorare sulla mentalità delle proprie pedine, mentalità che si è dimostrata vulnerabile, troppo. Aurelio De Laurentiis si affida all’unico allenatore, forse, in grado di sedare una piazza giustamente infuriata: ma questa sfida, probabilmente, sarà complicata anche per lui. Servono nuove fondamenta, altrimenti il castello non si reggerà mai in piedi. Conte deve risolvere diversi problemi: da uno spogliatoio che non è più unito fino a un carattere che troppo spesso è mancato. Non ha nemmeno iniziato ma di lavoro da fare ce n’è tanto. E questa volta la missione sembra più complicata.