Djokovic, la confessione inaspettata ha lasciato tutti di stucco: sembra evidente che rimpianga di non averlo fatto
Se le sono date di santa ragione, ma si sono anche voluti un gran bene. E continuano a volersene tutt’oggi, sebbene le occasioni di ritrovo siano ormai ridotte al lumicino. Ciò nonostante, la loro amicizia è rimasta in piedi, solida come sempre, a riprova del fatto che non era il solo tennis ad unirli.
Quello tra Roger Federer e Rafael Nadal è stato, in effetti, uno dei legami più esemplari di tutti i tempi nella storia dello sport. Hanno dimostrato che non è vero, come si dice, che la rivalità e gli obiettivi comuni rendano impossibile ogni forma di affetto, anzi. L’iberico c’era quando lo svizzero diceva addio allo sport di cui è stato campione assoluto per tantissimo tempo. Gli stringeva la mano, nel vero senso della parola. Piangeva insieme a lui, si disperava come i tifosi al pensiero che dall’indomani il Tour si sarebbe improvvisamente ritrovato orfano di un fuoriclasse assoluto.
A Novak Djokovic, invece, non è mai interessato fare amicizia. Lui voleva vincere e non ha mai creduto, come ha ammesso qualche tempo fa al Corriere dello Sport, nell’amicizia tra due rivali sportivi. Tanto più che per un po’ di tempo ha fatto, in un certo senso, da “terzo incomodo”, aspetto quest’ultimo di cui neanche Roger ha fatto mistero. Il campionissimo di Basilea ha parlato proprio di Nole nel documentario, in uscita il 20 giugno su Amazon Prime, che racconta gli ultimi 12 giorni della sua carriera e i retroscena di uno degli addii più struggenti nella storia dello sport.
Nel documentario, Federer ha parlato apertamente di Djokovic, lasciandosi andare a dichiarazioni che hanno reso, all’improvviso, tutto più chiaro quello che è stato il loro rapporto all’inizio di una rivalità ultra decennale.
Federer ammette di non aver dato a Djokovic “il rispetto che meritava“. A causa, dice, “dei suoi difetti tecnici. Mi sembrava che Novak avesse una presa di diritto davvero estrema – osserva – e il suo rovescio per me non era così fluido come lo è oggigiorno. Ma poi ha risolto molto bene queste cose ed è diventato un mostro“.
Non era troppo convinto del suo talento, ha confessato ancora Federer. “Quando Djokovic è arrivato probabilmente molte persone pensarono: non abbiamo bisogno di un terzo. Siamo contenti di Roger e Rafa”. “Novak è arrivato con la sua forte personalità e quella grinta incredibile di voler vincere a tutti i costi”, ha dichiara ancora Federer nell’attesissimo documentario. E alla fine così è stato: ha vinto più di tutti, sebbene il pubblico avesse una palese predilezione per lo spagnolo e per lo svizzero.
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