Sinner e il suo percorso verso il successo. Sbaglia chi crede che si tratti di una scelta facile: quante difficoltà per il fenomeno altoatesino
C’era la banda, c’erano gli abiti tradizionali, c’era il libro d’oro e c’erano decine e decine di giovani leve che morivano dalla voglia di stringere la mano al loro beniamino. Dire che sia stata una giornata speciale non renderebbe l’idea, insomma, dell’accoglienza che Sesto Pusteria ha riservato al campione di cui il paese va più fiero: Jannik Sinner, il nuovo numero 1 del mondo.
Il sindaco aveva annunciato una grande festa ed è stato di parola, nonostante la pioggia abbia cercato in tutti i modi di guastare i piani a quanti si erano recati al municipio per godersi l’evento organizzato in suo onore. Ma acqua e nuvoloni niente hanno potuto contro cotanto entusiasmo: se anche ci fossero stati sei metri di neve, niente e nessuno avrebbe potuto rovinare il giorno che gli altoatesini hanno atteso per mesi. Già, perché la festa si sarebbe dovuta svolgere a febbraio, per celebrare la vittoria agli Australian Open, ma un tragico incidente avvenuto in zona aveva persuaso sindaco e concittadini del fatto che fosse meglio rinviare il tutto.
Le emozioni non sono dunque mancate tra i monti dell’Alta Pusteria, dove Jannik si è lasciato andare a delle confessioni a cuore aperto che hanno reso ancor più magico l’evento organizzato dal comune in cui è cresciuto.
Jannik Sinner non lo nasconde: si è messo a nudo
Ai giovani talenti del centro sportivo del paese Jannik ha raccontato, con tatto e delicatezza, le luci e le ombre della sua carriera. E non ha potuto fare a meno di ammettere, ad un certo punto, quanto gli sia costato lasciare le sue montagne per trasferirsi a Bordighera, tra i cui campi ha affilato le armi e messo su i muscoli e l’ingegno di cui necessitava per diventare un campione.
“È stata una scelta difficile perché non ho lasciato solo la famiglia, ma anche due sport e i miei amici – queste le parole di Sinner, riportate da ‘Fanpage’ – Però quelli veri sono sempre rimasti nel mio cuore e lì staranno sempre e questa è la cosa più bella”. Poi, un consiglio ai suoi piccoli tifosi: “Non sono importanti i risultati, ma fare una scelta nella propria vita – ha spiegato loro con il garbo che gli è sempre appartenuto – Sono molto giovani, ma arriverà il momento anche per loro di fare una scelta e se faranno quella giusta, che ognuno sente sua, allora si è già vinto”.
Infine, un passaggio su mamma Siglinde e papà Hanspeter, la sua forza, per dirla con le parole di Jannik. Coloro ai quali dobbiamo, probabilmente, tutto. Perché Sinner non sarebbe stato Sinner, ne è convinto lui per primo, se alle spalle non avesse avuto due genitori che, come loro, gli hanno impartito i valori giusti e fatto di lui un campione nella vita molto prima che il ranking computerizzato lo proclamasse numero 1 al mondo.